
Al via l’iter che porterà alle elezioni regionali 2025, che in Toscana si svolgono il 12 e 13 ottobre (nelle Marche si vota invece il 28 e 29 settembre, in Valle d’Aosta il 28 settembre, in Calabria il 5 e 6 ottobre), ma qual è il compenso degli scrutatori e dei presidenti di seggio e quanto si guadagna? E quali sono le operazioni da fare ai seggi? Ecco le risposte ai dubbi più comuni.
Cosa fa uno scrutatore e quanti giorni lavora?
Possono rivestire il ruolo di scrutatore tutti i cittadini italiani tra i 18 e i 75 anni, che abbiano frequentato la scuola dell’obbligo e siano iscritti nelle liste elettorali. A gestire l’elenco degli scrutatori e dei presidenti di seggio è l’ufficio elettorale del Comune di residenza, che aggiorna annualmente la lista e fissa anche le regole di accesso.
Si “entra in servizio” il giorno prima dell’inizio delle elezioni per allestire il seggio, contare e autenticare le schede, poi nei giorni delle votazioni bisogna registrare gli elettori e seguire le operazioni di voto: il compenso degli scrutatori è commisurato al numero di consultazioni (in Toscana i cittadini sono chiamati alle urne solo per le elezioni regionali 2025). Il primo turno si svolge domenica 12 ottobre, con i seggi aperti dalle ore 7.00 alle 23.00, e lunedì 13 ottobre dalle 7 alle 15.
Al momento della chiusura dei seggi, gli scrutatori sono impegnati nello scrutinio delle schede. Solo nel territorio comunale di Firenze sono necessari oltre 1.400 scrutatori e più di 370 presidenti di seggio. Se nessuno dei candidati alla carica di presidente della Regione Toscana supererà il 40% dei voti validi si andrà al ballottaggio il 26 e 27 ottobre.
La rinuncia alla nomina di scrutatore per grave impedimento e validi motivi
Attenzione a non presentarsi una volta ricevuta la notifica: chi rifiuta la nomina a scrutatore, senza specificare dei validi e giustificati motivi per la rinuncia, chi non va al seggio o si allontana prima della fine della votazione rischia una multa da 206 a 516 euro.
Secondo le norme è possibile rinunciare alla nomina di scrutatori ma solo per validi motivi, come problemi di salute o un altro grave impedimento, che deve essere dimostrato, comunicandolo quanto prima agli uffici elettorali del Comune: molte amministrazioni mettono a disposizione online un modulo da compilare.
La legge prevede che la nomina a scrutatore sia uno dei validi motivi per l’assenza dal posto di lavoro: agli scrutatori, ai presidenti e ai segretari, i giorni passati al seggio per le operazioni legate alle operazioni di voto sono normalmente retribuiti dall’azienda, come se si avesse lavorato (e in aggiunta c’è il compenso previsto dallo Stato). I giorni festivi, come la domenica, e quelli non lavorativi vengono recuperati dal lavoratore dipendente con una giornata di riposo da godere subito dopo la fine delle operazioni di seggio.
Il compenso degli scrutatori e dei presidenti di seggio per le elezioni regionali 2025
La “paga”, come detto, non varia in base ai giorni, gli scrutatori prendono una cifra fissa su cui non vengono pagati gli oneri fiscali: non si tratta infatti di uno “stipendio”, ma anche il compenso per gli scrutatori per le regionali 2025 è considerato un rimborso spese che non deve essere inserito nella dichiarazione dei redditi ed è quindi esente da tasse. A fissare le cifre è la legge n° 62 del 16 aprile 2002.
Ecco quanto guadagna uno scrutatore per le sole elezioni regionali, che prevede una sola scheda per scegliere il presidente di Regione e i Consiglieri:
- scrutatori e segretari dei seggi ordinari, 138 euro di rimborso
- scrutatori e segretari dei seggi speciali (ospedali, luoghi di cura, carceri), 70,15 euro di rimborso
Per i presidenti di seggio il compenso è più alto, rispetto a quanto guadagna un normale scrutatore: nel caso delle elezioni regionali 2025 i presidenti prendono 172,50 euro, che scendono a 138 euro nel caso di seggi speciali.