Oltre a bloccare la procedura, con una serie di operazioni sul piano finanziario, economico e dell’organizzazione del lavoro, hanno realizzato un ottimo piano, in particolare grazie al direttore generale Angelo Rosi, che ha seguito il progetto. Il lanificio ha ottenuto una riduzione del debito grazie a una trattativa di un milione di euro, di cui circa 201 mila da parte dei soci-lavoratori e 800 mila euro da parte di Coopfond.
Sul piano economico, l’azienda ha triplicato il fatturato, portandolo da 150 mila euro mensili a 500 mila. Sono stati fatti tre turni così da aumentare i lavoratori di 25 unità e sono stati installati nuovi macchinari per ottimizzare la produzione.
«Nei momenti di crisi – ha commentato Martini – le imprese devono avere il coraggio di fare il loro mestiere: puntare sulla qualità, cercare l’innovazione e rischiare. Questo mix vincente, che non va confuso con l’avventatezza, ma è un esempio virtuoso di saper fare impresa, ha permesso il rilancio dell’attività anche in un’area non particolarmente favorita a livello infrastrutturale come il Casentino».
«Prepariamoci tutti – ha detto il presidente Martini – ad una fase di grande coesione perché questo è il modo per affrontarla. L’esempio di Soci è un segnale importante che viene dal mondo della cooperazione e che dimostra come, sul territorio, si possono trovare le forze per ripartire. Un esempio per le tante altre crisi che ogni giorno si manifestano in Toscana».