sabato, 20 Aprile 2024
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Stragi del ’93, il pentito: ”Berlusconi non c’entra”

Nuove rivelazioni sulle stragi del 93, tra cui quella di via dei Georgofili. Il pentito di mafia Giovanni Brusca ha parlato davanti ai giudici di Firenze.

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Nuove rivelazioni sulle stragi del 1993, tra cui quella di via dei Georgofili, sono arrivate oggi dall’aula bunker di Firenze. Il pentito di mafia Giovanni Brusca ha parlato davanti ai giudici per il processo sulle bombe di quasi venti anni fa. Dal rapporto con Berlusconi e dell’Utri, ai rapporti tra i mafiosi e la politica, fino a Nicola Mancino come comitente finale del Papello: sono stati questi gli argomenti di cui il pentito ha parlato davanti alla Corte d’Assise di Firenze.

ACCORDO O BOMBE. Secondo quanto riferito da Brusca, nel ’94 Cosanostra contattò Silvio Berlusconi attraverso Marcello dell’Utri per avvisare il futuro premier che “senza revisione del maxiprocesso e del 41 bis le stragi sarebbero continuate”. Con le stragi “Berlusconi e Dell’Utri come mandanti esterni non centravano nulla”, ha aggiunto.

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TRATTATIVA STATO – MAFIA. Brusca ha tirato in ballo anche l’allora ministro dell’Interno Nicola Mancino, cui secondo il pentito Totò Riina consegnò “un papello con tutta una serie di richieste. Il tramite non me lo disse, ma mi fece il nome del committente finale, Mancino”.

LA REAZIONE. Puntuale è arrivato il commento di Mancino. “Contro di me una vendetta di Riina – ha detto l’ex vicepresidente del Csm – una vendetta contro chi ha combattuto la mafia con leggi che hanno consentito di concludere il maxiprocesso e di perfezionare e rendere piu’ severa la legislazione di contrasto alla criminalità organizzata”.

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