martedì, 19 Novembre 2024
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La possibile svolta sulla bimba scomparsa a Firenze

Su Kata, la bimba scomparsa a Firenze, siamo a un punto importante: arrestato lo zio, ricerche nei telefoni dei genitori

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Su Kata, la bimba scomparsa a Firenze lo scorso 10 giugno, potremmo essere finalmente a una svolta. Dopo mesi di indagini, silenzi, preoccupazioni quantomeno è arrivata una importante novità. Si tratta dell’arresto dello zio materno Argenis Abel Alvarez Vazsquez, detto Dominique, 29 anni, insieme ad altri tre uomini, tutti coinvolti nel racket degli affitti estorti agli immigrati che vivevano nell’ex hotel Astor di Firenze, occupato da romeni e peruviani. E ci sono state perquisizioni ai genitori della bimba e ad altri parenti.

Bimba scomparsa a Firenze: il motivo delle perquisizioni

Oltre all’arresto dello zio, sulla bimba scomparsa a Firenze gli inquirenti cercano altre informazioni importanti. Le perquisizioni, anche ai genitori, sono fatte “in interesse per le investigazioni in corso per il sequestro di persona a scopo di estorsione”, che è l’ipotesi di reato con cui la procura conduce l’inchiesta per ritrovare Kata. Per il procuratore antimafia Luca Tescaroli, le iniziative “si collocano nel percorso investigativo che è in atto ed è proiettato ad individuare gli autori dell’ipotizzato sequestro di Mia Kataleya Chiclo Alvarez”. In particolare l’attenzione della procura è concentrata sul cellulare del padre di Kata: all’atto della scomparsa di Kata era detenuto alla casa circondariale di Firenze. Scarcerato il 13 giugno, si legge nel decreto di perquisizione, “si attiva personalmente nelle ricerche della figlia tanto da avviare indagini parallele”.

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I genitori e le ipotesi degli inquirenti

In pratica sulla bimba scomparsa a Firenze si sta indagando sempre più sul ruolo dei genitori per capire se il padre, nel corso delle “indagini parallele”, può aver avuto informazioni utili alle indagini ma che non sono state rese note. “Vi sono elementi – si legge nel decreto – per ritenere che possa essere a conoscenza o abbia ricevuto da terzi importanti informazioni inerenti il rapimento e possa non averle riferite agli inquirenti e che traccia di tali informazioni possano essere ancora detenute nei dispositivi telefonici in suo possesso”. Intanto ha parlato la mamma di Kata, Kathrine: “Vorrei sapere se Kata è viva, se sta bene, sono passati due mesi e stare così senza sapere nulla mi fa stare male”, lo sfogo.

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