Da più di un anno una ragazza marocchina segue le lezioni di musica con i tappi nelle orecchie. Succede nella scuola media di Reggello, perché il padre, un muratore immigrato di stretta osservanza musulmana, ritiene che la musica sia roba da infedeli.
COMPROMESSO. Prima di arrivare al compromesso delle cuffiette isolanti il padre faceva direttamente saltare le lezioni alla figlia, tant’è che un anno la ragazza è stata bocciata a causa delle troppe assenze. Adesso, dopo il braccio di ferro con la dirigenza scolastica, la giovane può rimanere in classe durante le lezioni di musica. Ma completamente isolata nel suo mondo.
IL PADRE. Nonostante il caso mediatico, scatenato anche dall’interrogazione di Rutelli al ministro Gelmini per chiedere un intervento urgente, il padre della ragazza non tornerebbe indietro. Anzi. “Lo rifarei. La nostra religione ci impedisce di studiare musica, è scritto nei sacri testi – dichiara – forse sono stato il primo a sollevare la questione in Italia ma ne sono fiero”.
REAZIONI. “E’ difficile capire le ragioni che spingono un padre a negare l’ascolto della musica a sua figlia”, commenta il vicesindaco di Reggello Cristiano Benucci. Più comprensiva la dirigente dell’istituto scolastico, Vilma Natali, che pur sottolinea di non credere che “con questo metodo la ragazzina imparerà molto”. Mentre Marco Cordone, consigliere provinciale Lega Nord propone di regalare all’uomo in questione una copia del Messia di Haendel. “Ci chiediamo – afferma – se risponda alla nostra tradizione culturale impedire ad una ragazzina di ascoltare la lezione di musica”.