venerdì, 29 Marzo 2024
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Terremoto, la sismicità dell’area fiorentina

Alla luce dei due terremoti che si sono abbattuti sull'Emilia Romagna il 20 e il 29 maggio, la protezione civile della provincia di Firenze ha delineato la situazione e il rischio sismico dell'area fiorentina, facendo riferimento in primo luogo a due terremoti (1895 e 1919) e ai danni da essi provocati.

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Alla luce dei due terremoti che si sono abbattuti sull’Emilia Romagna il 20 e il 29 maggio, la protezione civile della provincia di Firenze ha delineato la situazione e il rischio sismico dell’area fiorentina, facendo riferimento in primo luogo a due terremoti (1895 e 1919) e ai danni da essi provocati.

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IL TERRITORIO ITALIANO. Il territorio italiano si estende su più placche tettoniche, il cui movimento reciproco genera periodicamente dei terremoti. Per questo motivo il nostro Paese è ad alto rischio sismico e come la storia ci ha insegnato, anche la più recente con i terremoti di Umbria, Molise, Abruzzo ed Emilia Romagna, il terremoto è un fenomeno imprevedibile e generalmente di breve durata che può, in base all’intensità con cui si manifesta, provocare innumerevoli e catastrofici danni. Occorre considerare che i terremoti vanno a colpire un patrimonio edilizio che per buona parte, soprattutto nei centri storici dei nostri numerosi comuni, risale a epoche antiche, quando ancora non si conoscevano le tecniche di costruzione antisismica. Si calcola pertanto che 20 milioni di italiani siano potenzialmente esposti al rischio sismico. Ed è l’impossibilità di prevedere i terremoti a determinare, ancor più che per gli altri rischi, la necessità di un’accurata ed estesa opera di prevenzione.

IL TERRITORIO FIORENTINO. ”Gli ultimi 20 anni di registrazioni strumentali sul territorio italiano della rete sismica nazionale permettono di definire le linee principali della sismicità locale, evidenziando nel territorio fiorentino un rilascio dell’energia sismica prevalente lungo la zona di catena appenninica – prosegue la protezione civile -. Il 10% dei terremoti è associato ad una profondità ipocentrale di 15km e i valori di magnitudo locale (Ml), sempre inferiori a 5, sono centrati intorno al valore medio di 2. La distribuzione energetica dei terremoti segue una distribuzione di potenza ben definita,mentre gli eventi più importanti sono stati registrati nelle aree del Mugello con magnitudo registrate intorno a 4. Numerosi terremoti di piccola intensità si sono registrati nella pianura alluvionale di Firenze – Pistoia”.

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PRINCIPALI EVENTI. I principali eventi storici nell’area fiorentina si concentrano nel bacino del Mugello dove nel 1919 si verificò il terremoto più importante e distruttivo di questa zona dell’Appennino settentrionale. Anche Firenze, risulta epicentro di importanti terremoti avvenuti in epoca storica, la cui magnitudo è risultata comunque inferiore a 5. L’analisi dei dati a disposizione e delle fonti bibliografiche riguardo a eventi sismici che hanno causato danni nella città di Firenze, ha permesso di caratterizzare quello che viene chiamato “terremoto di progetto”, cioè l’ipotetico evento sismico più probabile per una data area.

LE ZONE PIU’ DANNEGGIATE. La protezione civile prosegue ”Dal punto di vista sismogenetico, l’area fiorentina appare storicamente sede di una moderata attività sismica che portato a terremoti locali con Imax = VIII grado della scala Mercalli-Cancani-Sibel” aggiungendo inoltre che ”La ricostruzione del campo macrosismico all’interno di un centro urbano costituisce preludio alla cosiddetta “microzonazione sismica”, l’individuazione cioè delle aree con differente risposta sismica e quindi diversa intensità massima risentita. Ciò è dovuto a fattori molto locali, costituiti prevalentemente da forti differenze composizionali del substrato di fondazione, che causano comportamento geologici anomali, oltreché a metodologie costruttive diverse”. Analizzando i dati risulta che, i danni subiti dalla città di Firenze nei terremoti del 1895 e del 1919, sono stati maggiori nei quartieri delle Cure, di San Jacopino, di San Salvi, di San Frediano e di San Niccolò. Per quanto riguarda la zona interna alla cerchia dei viali, le zone maggiormente danneggiate risultano essere Santa Croce, San Gallo e Piazza della Libertà.

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