Verdini convoca i giornalisti nella sede del Pdl e offre la sua verità, “che poi è la verità” sottolinea il coordinatore Pdl, indagato nell’ambito della cosiddetta P3. E respinge tutte le accuse al mittente. “ Non ho mai saputo nulla né conosco le attività e le finalità, né sono mai stato contattato da qualcuno”.
“MAI TOCCATO UN SOLDO”. “Io personalmente non ho toccato un soldo e, anzi, nella vicenda del giornale ce ne ho rimessi tanti. Miei e della mia famiglia”. Così Verdini ha spiegato l’operazione da 2,6 milioni di euro relativa al ‘Giornale della Toscana’ che i magistrati gli contestano. Verdini ha sottolineato che i 2,6 milioni erano un aumento di capitale, di cui sono stati versati solo 800 mila euro.
FINI E BOCCHINO. “Una brutta richiesta”. Con queste parole Verdini liquida la richiesta di dimissioni dal ruolo di coordinatore del Pdl avanzatagli dal presidente della Camera Gianfranco Fini. E da Bocchino “non accetto lezioni. Quando fu al centro di un’inchiesta il partito lo sostenne”.
NIENTE DIMISSIONI DAL PDL. “Non vedo perché dovrei lasciare il mio incarico, avendo spiegato che ho mai saputo niente riguardo alle P3. Le dimissioni dal Credito Cooperativo Fiorentino – ha spiegato il coordinatore Pdl – erano un atto dovuto in quanto la pressione mediatica avrebbe rischiato di creare problemi seri all’istituto, mentre gli elettori del Pdl sono ormai smaliziati e sanno che c’è anche un problema di rapporti tra magistratura e politica”.
COMMISSARIAMENTO. Il commissariamento decretato da Tremonti? “Un fatto ordinario che rientra nelle facoltà del ministro”. Ma non c’era nessun occhio vigile sulla banca, sottolinea Verdini, solo normali controlli.