Grande soddisfazione per il risultato ottenuto dal Pd in Toscana e soprattutto a Firenze, andato oltre le aspettative; volontà di lavorare per consolidare questo successo, senza però sentirsi autosufficienti ma anzi aprendosi ancor di più ai cittadini e alle altre forze politiche; impegno a discutere sulle grandi opere purchè si sposti il dibattito dal “se” al “come” farle, per raggiungere l’obiettivo di realizzarle nel modo migliore. E sul taglio dell’Ici annunciato dal neo-premier, l’auspicio che si apra un confronto costruttivo con il nuovo governo perché i Comuni non ne siano penalizzati. Sono questi i temi principali della conferenza stampa tenuta in Palazzo Vecchio da Leonardo Domenici all’indomani dei risultati delle elezioni, per commentare il recente voto politico in una ‘triplice veste’: sindaco di Firenze, esponente del Pd e presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani.
“Parlando in termini generali, il voto del 13 e 14 aprile ha avuto un risultato molto chiaro e netto, con uno spostamento evidente di consensi verso il centrodestra” ha detto Domenici, sottolineando come “si sia pagato il fallimento del governo Prodi. Che, comunque, non è il fallimento del presidente Prodi”. Diverso il discorso a livello locale, dove per il sindaco l’affermazione del Pd è stata “indubbiamente il dato più significativo” con un incremento a Firenze del 5,6% alla Camera e del 9,4% al Senato. “A questo proposito vorrei rivendicare la giusta scelta, anche personale, della costituzione del Pd nella nostra città – ha detto Domenici – E vorrei che da questi dati si ripartisse, per aprire un dibattito più rigoroso, basato sui fatti e sulle cose concrete e incentrato su due direzioni: consolidare e aprirsi. Consolidare, perché non possiamo dare nulla per scontato: non ci sono automatismi fra le elezioni politiche e quelle amministrative ed anche se la base è molto confortante, noi dobbiamo riflettere bene su come lavorare per dare una prospettiva di lungo periodo alla città e al territorio. Non bisogna sentirsi autosufficienti o fermarsi ad acquisizioni superficiali. Non si deve ridurre il dibattito a se ‘il Pd corre da solo o no’; qui c’è un grande progetto politico che deve andare avanti”.
Per questo il sindaco ha sottolineato che è necessario “aprirsi e parlare con tutti, soprattutto rafforzando il rapporto con i cittadini” e naturalmente con le altre forze politiche, di maggioranza e opposizione. “Mi auguro – ha aggiunto – che si possa aprire una fase nuova di rapporti e alleanze”. Riguardo in particolare la Sinistra Arcobaleno, Domenici ritiene “molto negativo che non abbia avuto una rappresentanza parlamentare” e che quindi “debba continuare a porsi il problema di avere una rappresentanza istituzionale”, ma spera che si apra al suo interno “una riflessione seria”. “Prendiamo il risultato di Campi Bisenzio con il successo di Adriano Chini, a cui siamo grati e a cui va onore al merito – ha spiegato il sindaco – Lì la sinistra ha preso meno voti rispetto alle liste civiche e contro l’inceneritore: evidentemente cavalcare la protesta in nome di un ‘comitatismo’ diffuso non paga. Il problema è nella sinistra ‘ideologica’”. Anch’io mi sono sentito radicale e antagonista, quando ho parlato agli operai della Electrolux in piazza Strozzi; ma cercavo di dare il mio contributo non alla ‘lotta di classe’, ma a chi ha il problema del posto di lavoro”.
A chi gli domandava di un possibile ‘rimpasto’ di giunta, Domenici ha risposto “di non aver mai avuto intenzione di fare rimpasti”; mentre riguardo all’ipotesi di nuovi assessori, ha spiegato che “il voto ha cambiato molto il quadro: non è ora il momento di rivendicare posti, ma di consolidare il processo politico del Pd e di pensare alla prospettiva delle amministrative 2009”. Una scadenza che “dovrà essere affrontata attraverso le primarie, con un confronto intenso e con una forte logica unitaria. La discriminante starà nei contenuti politici e programmatici”.
Domenici ha poi auspicato che si apra una fase costruttiva nei rapporti con il nuovo governo, sia come sindaco di Firenze che come presidente dell’Anci. Come sindaco, riguardo le grandi opere: “Siamo tutti interessati che le grandi opere vengano realizzate nel modo migliore e con la massima efficienza. Se si sposta il dibattito dal ‘se’ al ‘come’ realizzarle, siamo pronti a farlo nell’interesse della città” ha sottolineato Domenici, precisando che di questo argomento preferirà parlare direttamente con i futuri ministri interessati. E sulla proposta di una possibile legge speciale per Firenze, dopo aver ricordato di non aver partecipato al dibattito aperto in campagna elettorale, ha precisato che si esprimerà solo quando verrà presentata “non una astrazione, ma una proposta concreta, con un testo preciso e con l’indicazione delle risorse”.
Infine, la valutazione sull’annunciato taglio dell’Ici. “Io sono da otto anni il presidente dell’Anci, che non è una forza di opposizione ma una associazione che rappresenta e difende gli interesse di tutti i sindaci, a prescindere al colore politico. E quindi spero in un cambiamento in meglio dei rapporti con il governo, rispetto agli anni 2001-2006. L’Anci reagisce quando ritiene che le politiche siano eccessivamente pesanti per i Comuni. E dunque riguardo il taglio dell’Ici, di cui ho già parlato informalmente con autorevoli esponenti del Pdl, mi auguro che ci possa essere un confronto approfondito. L’Ici è una delle fonti principali di entrata per i Comuni; sarebbe giusto collocare una manovra sull’Ici in un disegno riformatore sulla fiscalità locale. Non vorrei che fossero i cittadini a soffrire di un taglio delle risorse dei Comuni e quindi dei servizi erogati. Per questo mi auguro che si trovino le condizioni per lavorare costruttivamente, in una logica collaborativa”.