domenica, 22 Dicembre 2024
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Come andare in barca sotto Ponte Vecchio con i renaioli

Sono i marinai d’acqua dolce di Firenze e cercano nuove leve. Si chiamano ‘renaioli’, in onore dell'antico mestiere fluviale e organizzano gite turistiche lungo l'Arno

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Guai a chiamarli “gondolieri di Firenze” per la pertica (“stanga” in fiorentino), grazie alla quale si spostano lungo l’Arno. La loro “nave” è un barchetto, il loro nome riporta all’inizio del Novecento. Sono i renaioli di Firenze, un gruppo di 10 persone che dal 1995 ha fondato un’associazione per restaurare e valorizzare le antiche imbarcazioni.

All'inizio del secolo scorso erano usate per tirare fuori la rena del fiume, poi rivenduta come materiale destinato all’edilizia. Oggi viaggiano nelle acque con un carico di turisti e fiorentini, che osservano la città da un punto di vista insolito, grazie a gite fluviali organizzate ogni giorno, da maggio a settembre, anche se quest'anno – tempo permettendo – i tour potrebbero continuare fino al 10 ottobre.

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Chi sono i renaioli di Firenze

“Siamo tutta gente di  fiume: parenti di renaioli, ex allenatori di canoa, ex mugnai dei mulini ad acqua che si trovavano lungo l’Arno”, racconta Paolo Bruni, 66 anni, uno dei renaioli di Firenze. Il suo barchetto si chiama Mosè, ha oltre 100 anni sulle spalle ed è stato salvato dalle acque dell’Arno dopo l’alluvione del ’66. Il proprietario di allora impiegò due anni per ritrovarlo e strapparlo dal fondo.

Come la sua imbarcazione, anche quelle degli altri renaioli sono originali: sono state recuperate dalle viscere del fiume e restaurate. L'alluvione ha spazzato via questo antico mestiere, che già dalla fine della Seconda Guerra Mondiale aveva iniziato un lento declino. Intanto i renaioli di oggi cercano nuove “leve”.

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Foto: Chiara Francioli

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A scuola di voga a stanga

“Iniziamo ad essere anziani per continuare quest'opera di valorizzazione di un patrimonio culturale della città”, sospira Paolo. La voga a stanga non ha un grande appeal tra i giovani. L'associazione organizza corsi per navigare lungo l'Arno con il barchetto, ma per ora pochi allievi sono saliti a bordo e hanno preso in mano la stanga. 

Governare questo tipo di imbarcazioni richiede molta tecnica. “Le insidie maggiori sono il vento e la corrente –  spiega Paolo – l’Arno è imprevedibile. Chi vive il fiume deve avere la capacità di ascoltarlo e capire quando arriva la piena”. L'inverno scorso i renaioli hanno salvato in extremis le barche dalla furia delle acque.

Le gite in barca sull’Arno

Ogni anno, da maggio a settembre, circa 5mila persone salgono a bordo (il costo è di 12 euro a passeggero, per un minimo di 6 e un massimo di 12). La rotta privilegiata va da Ponte Santa Trinita a Ponte alle Grazie,  per 45 minuti di tour che includono l'immancabile passaggio in barca sotto Ponte Vecchio.

Ma non sono solo i turisti a rivolgersi ai renaioli per una gita in barca. Ci sono tanti fiorentini, c’è addirittura chi sceglie questo “mezzo” per una dichiarazione d’amore a pelo d’acqua. Zauber Teatro organizza poi fino al 10 settembre show on the water, spettacoli teatrali da gustarsi seduti su un barchetto lungo l'Arno.

Gita in barca Firenze

Foto: Chiara Francioli

Per la prossima stagione arriverà anche un super-barchetto, una ricostruzione lunga nove metri e larga due e mezzo, uscita quest’anno da un cantiere di Massa Rosa e costata 30mila euro. Nome: Ghibellino. L'idea dei renaioli di Firenze è quella di affiancargli un barchetto gemello, “Guelfo”.

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