Neri Biagi l'ha fatto di nuovo. Il fiorentino purosangue che per amore della città si era rimboccato (letteralmente) le maniche e aveva ripulito gli argini di lungarno Soderini e lungarno Vespucci, è tornato sulla sponda dell'Arno e stavolta ha tirato a lucido i 280 metri di sponda sul lungarno Guicciardini, dal Ponte Santa Trinita al Ponte alla Carraia. Come le altre volte l'argine quasi non si riconosce tanto è migliorato il colpo d'occhio. E come le altre volte, falciata l'erba, sfrondati i rami, tagliati gli alberi, le potature affastellate con ordine sono ancora lì che aspettano di essere portate via e smaltite con mezzi adeguati dagli enti competenti.
Solo per amore di Firenze
Ognuno il Natale lo aspetta a modo suo. L'8 dicembre, mentre in molti erano in casa a fare l'albero, Neri Biagi è sceso sull'argine, ha scattato qualche foto per non dimenticare le condizioni in cui lo aveva trovato e si è messo all'opera, approfittando del giorno di festa. Prima di Natale aveva già finito il lavoro, aiutato come al solito dal figlio. Il budget? “15 euro”, risponde sorridendo Neri Biagi. “Il prezzo delle lame per il seghetto”.
Da giungla a giardino
Là sotto hanno trovato di tutto: erba ad altezza uomo, alberi spontanei nati a pelo d'acqua e dunque a rischio crollo, rampicanti, parassiti, plastica, lattine, una sedia, un materasso. A vederlo oggi non sembrerebbe vero. L'erba è tagliata bassa, i mattoni rossi della spalletta sono tornati ben visibili, solo gli alberi sani e sicuri sono ancora lì in piedi. Rimangono i mucchietti di rami e legna tagliata. Di quelli dovranno occuparsi gli enti di competenza. Sperando che almeno stavolta non ci vogliano mesi.