martedì, 3 Giugno 2025
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Nonni e nipoti zappano insieme

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Generazioni diverse, stessa passione per la terra. Nonni e nipotini fianco a fianco per seminare pomodori, patate e zucchini. Pronti a condividere la fatica del lavoro e la soddisfazione che solo un buon raccolto sa dare.
 

NONNI E NIPOTI ZAPPANO INSIEME

C'è tutto questo nel nuovo orto condiviso di Calenzano, un laboratorio di orto-giardino a cui da oggi lavoreranno insieme bambini, genitori e nonni. Un progetto di educazione ambientale e upcycling dal titolo “Cocomeri in salita”, promosso dalle cooperative sociali di Sesto Fiorentino Convoi e Socialeinrete. La materia prima è stata fornita da Leroy Merlin di Campi Bisenzio che ha donato tutto il necessario per dare “il la” all'orticello situato alla ex ludoteca di Settimello.

L'ORTO A MISURA DI BIMBO

Promuovere il rispetto dell'ambiente attraverso il riutilizzo creativo dei materiali di scarto delle aziende del territorio è l'obiettivo principale di “Cocomeri in salita”, in grado di coinvolgere i più piccoli e le loro famiglie con un'attività che richiede sudore, sì, ma all'insegna del divertimento.  I bambini infatti potranno seguire veri e propri corsi per lavorare la terra ed imparare a prendersi cura delle piante. Per loro sarà l'occasione di “sporcarsi le mani” prendendo piano piano confidenza con i ferri del mestiere, ovviamente “fatti su misura” e a portata di bimbo. Inoltre, grazie al laboratorio d'arte “Altremani”, apprenderanno come dare nuova vita agli oggetti di scarto e quindi le buone pratiche del riciclo.

 

Residenza universitaria “Diop Mor e Samb Modou” in via del Mezzetta

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Ecco la nuova casa dello studente in via del Mezzetta da poco inaugurata. 54 camere per un totale di 82 posti.

Nonni e nipoti si “sporcano le mani”, con l’orto condiviso

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A Calenzano l'orto – laboratorio pensato per le famiglie. 

Il cinema Universale diventa un film

Tommaso, Marcello e Alice. Sono i tre ragazzi che nel nuovo film di Federico Micali faranno rivivere la storia del  mitico cinema Universale di via Pisana a Firenze, un luogo di cultura, di incontro e di arte che ha segnato la storia della città e dell'Italia intera.

MICALI, CLET E LA BANDABARDÒ

Il primo ciak a settembre. Ad accompagnare la pellicola, un manifesto firmato dall'artista Clet,  famoso per i cartelli stradali “personalizzati”, e le musiche alternative composte dalla Bandabardò. Ma l'ingrediente principale sarà l'atmosfera che solo un vecchio cinema come l'Universale, con le sue seggioline in legno che cigolano un po', sa ricreare. “L'idea di un film di questo genere nasce dalla voglia di raccontare la storia della città in quegli anni, vista dalla finestra dello schermo – spiega Micali – in un certo senso mi sono ispirato allo stile di “Ovosodo”, un tipo di cinema cui in un certo senso mi piacerebbe il film potesse ispirarsi”.

Il film sarà dunque un prodotto di assoluta originalità, come si può capire dalle parole del regista. I tre protagonisti, le storie e gli oggetti del film sono stati pensati e scritti grazie all'aiuto di Cosimo Calamini, giovane sceneggiatore fiorentino, e Heidrun Schleef, una delle più note sceneggiatrici italiane.

PRODUZIONE E FINANZIAMENTI

Originale è anche il modo in cui il film sarà prodotto e finanziato. La produzione sarà affidata a “L'occhio e la luna”, società di produzione indipendente nata con lo scopo di realizzare film e documentari di qualità e respiro internazionale. Per quanto riguarda i finanziamenti, sia la Regione che il ministero hanno dato il loro supporto. “È importante – ha detto Sara Nocentini, assessore alla cultura della regione – segnare il sostegno alla produzione di quello che è un modo nuovo di produrre contenuti culturali”. I finanziamenti ministeriali però, hanno subito dei tagli segnando la necessità di trovare un'alternativa.

Azionariato popolare

La soluzione? Una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Limoney per raccogliere i 20.000 euro necessari a far partire le riprese. Le donazioni partono da 5 euro e salgono a cifre più sostanziose. Ad ogni donazione corrisponde una sorta di premio: dalla maglietta col logo di Clet fino alla partecipazione alle riprese del film. Un modo per essere, in un certo senso, co­produttori del film.  Per far fronte alla riduzione del budget è stato anche necessario rivedere la sceneggiatura, revisioni che a detta del regista, hanno contribuito ancora di più a far emergere l'excursus storico che conterrà il film. “Sarà dunque una sorta di romanzo di formazione che passa attraverso il cinema Universale”, dice Micali.

Cinema Universale, il film

La grafica del film realizzata dall'artista Clet

LA TRAMA

Il film racconta la storia dei tre amici Tommaso, Marcello e Alice, dei loro destini che si intrecciano, si lasciano e poi si ingarbugliano di nuovo, in una serie di avventure che attraversano tre decenni – dai favolosi anni '60 ai plasticosi anni '80 – e che incarnano i sogni, le svagatezze, le illusioni e le sconfitte di una generazione. Generazione che in trent'anni di storia italiana, ne ha viste passare di cotte e di crude sotto i suoi campanili: le lotte studentesche, i figli dei fiori, il terrorismo, il riflusso degli anni '80 e la fine di un mondo, di un muro contro un muro dopo il quale niente sarebbe stato più uguale.

IL COMMENTO DEL REGISTA

“Ma questo è anche la storia di un cinema (l'Universale) – spiega il regista Micali – un cinema un po' particolare a dire il vero, dove per una strana congiuntura epocale, rionale e perché no, astrale, per un periodo si sono incontrate la cultura alta, sperimentale e politica del movimento studentesco e quella popolare, sarcastica e disincantata del quartiere fiorentino di San Frediano, creando un meraviglioso cortocircuito che ben presto ha portato a un inatteso e scintillante caos creativo. In sala si poteva dire, fare e creare di tutto e il vero spettacolo non erano più i film, ma il pubblico.”

Il fontanello? All’Anconella è a misura di cane

Contro il caldo il miglior rimedio è bere della buona acqua. Questo vale anche per i fedeli compagni a quattro zampe che ci accompagnano nelle nostre passeggiate. Per dar loro modo di combattere il caldo estivo e la “fatica” dei lunghi giochi nei parchi, arriva in via Villamagna il primo fontanello pensato e realizzato a misura di cane. Il fontanello si trova sulla via che costeggia viale dell'Albereta e il parco dell'Anconella.

Il fontanello ad hoc

È stato realizzato pensando attentamente sia ai materiali utilizzati (principalemente metallici) che alla forma del fontanello stesso, cercando di evitare ogni tipo di pericolo e pensando alle esigenze di cani di ogni taglia. L’erogazione – spiegano dal Comune – avviene facendo pressione su un pulsante temporizzato che eroga una quantità d’acqua sufficiente a riempire la vaschetta, e dalla quale attraverso dei fori sul fondo defluisce lentamente nella griglia in modo da non lasciare ristagni, ma in un tempo tale da consentire al cane di bere. Completa il fontanello una piazzola pavimentata in porfido in modo da eliminare la formazione di zone fangose.

Le aree verdi attrezzate per i cani

Le aree verdi per animali realizzate a Firenze sono ben recintate, arredate con panchine e dotate di acqua per i padroni dei cani.Però, come fa notare l'assessore all'ambiente Alessia Bettini, “pur essendo presente in ogni area cani un rubinetto o un fontanello, l’unico mezzo per far bere gli animali erano e sono le classiche ciotole, che poi si trasformano in recipienti di ogni genere”. Un fontanello per cani, è proprio il caso di dire, sarà la ciliegina sulla torta per questi parchi, che finalmente saranno davvero adatti allo svago dei nostri fedeli compagni. Il fontanello di via Villamagna infatti, è stato installato in via sperimentale per verificarne l'utilizzo e il gradimento.

Il primo di una serie

Altri due fontanelli sono pronti per essere installati nei prossimi mesi in zone analoghe: uno in via Vogel e un altro in piazza Medaglie d'oro. “Uno dei principali problemi è sempre stato, specialmente nei mesi estivi, quello di consentire anche ai cani di bere nel modo più appropriato evitando le ciotole e i conseguenti ristagni d’acqua – ha detto Bettini – si è pensato per questo, di installare a completamento delle aree cani, un fontanello ideato e realizzato esclusivamente per essere usato dagli animali”.
 

Fuoriclasse a modo loro, storie di atleti ”unici”

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Ogni volta durante i mondiali di calcio si idolatra il fuoriclasse di turno, e a me vengono alla mente storie di atleti che a loro modo sono diventati unici. Come Eric Crumble, pugile, 31 incontri e 31 ko. L’ultimo addirittura se lo fece da solo, inciampando nelle corde del ring picchiò una boccata sul tappeto e non si rialzò più.

“FUORICLASSE”

Gli incontri di Eric duravano in media 1 minuto e 34 secondi. Per lui la parte più faticosa del pugilato era spogliarsi e poi rivestirsi, degli incontri che faceva tra le due cose nemmeno se ne accorgeva tanto erano veloci! Il suo allenatore era talmente abituato a gettare la spugna che alla fine gli venne un’infiammazione al braccio! Anche questo atleta non è a suo modo un fuoriclasse?

CALCIO

Restando nel calcio merita una menzione l’Excelsior (si chiama come un cinema), una squadra bolzanina di dilettanti che ha incassato 1.600 gol in un campionato. Le partite finivano perse per 20 a zero. L’allenatore dell’Excelsior le prime partite cercò di spronare i suoi giocatori a lottare, ma alla fine quando gli chiedevano con che modulo giocare, lui rispondeva depresso: “Fate quello che volete, tanto il risultato non cambia!”.

Palazzo Bombicci (Piazza della Signoria, angolo via dei Calzaioli)

Il Palazzo Bombicci si trova in piazza della Signoria, con ingresso dal numero civico 5, all’angolo con via dei Calzaioli e prosegue su questa strada fino a via della Condotta al Canto dei Fiascai. Ha origini trecentesche e il suo lato principale è sulla via dei Calzaioli, dove presenta cinque grandi arcate a tutto sesto, residuo di un'antica loggia. Il pianterreno e il primo piano, dove si apre una fila di finestre rettangolari, sono coperti da un bugnato, mentre i piani superiori sono intonacati.

IL PALAZZO

Nel 1786 il palazzo inglobò parte dell'antica chiesa dedicata a San Romolo, detta anche “degli Uberti”, dalla famiglia che ebbe il patronato. Nel 1769 la chiesa fu soppressa, venduta e ridotta a civili abitazioni, e ora anche a sede di una banca. La nuova ristrutturazione venne realizzata in un misurato barocco dall’architetto e ingegnere fiorentino Bernardo Fallani. Il portone d’ingresso del palazzo prospetta sulla piazza della Signoria ed è sormontato, fra due mensole del balcone soprastante, dallo stemma dei Bombicci. Subito sotto, una targa marmorea ricorda l'antica chiesa di San Romolo:

A S. ROMOLO VESCOVO E MARTIRE
CUI VENIVANO A OFFERTA I COLLEGI
ERIGEVA IL POPOLO NEL DECIMO SECOLO UN TEMPIO
QUI DOVE SORGONO LE CASE
DI FRANCESCO DI PIERO BOMBICCI
EDIFICATE L’ANNO MDCCLXXXVI
IL CONTE CESARE ENRICO BOMBICCI PONTELLI
P.Q.M. NEL MDCCCXCVI

Nel 1851, al secondo piano del palazzo, abitò per otto anni Pellegrino Artusi, il gastronomo diventato famoso per aver pubblicato nel 1891 il noto ricettario La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, uscito nella prima edizione con 450 ricette. In questo appartamento l’Artusi visse con la propria famiglia, il padre, la madre e le tre sorelle, che giunsero a Firenze pochi mesi dopo “il barbaro oltraggio” subito a Forlimpopoli nella notte del 25 gennaio 1851. Gli Artusi si trasferirono qui precisamente nel maggio 1851, ancora scioccati dall'aggressione subita dalla banda del Passatore.

IL TRASLOCO

La decisione di lasciare la Romagna e trasferirsi in un luogo più sicuro fu unanime, nonostante il bandito Stefano Palloni fosse già stato ucciso il 23 marzo, in uno scontro a fuoco con la gendarmeria papalina vicino alla località Russi. In tutta fretta vennero vendute casa e bottega, dopodiché tutta la famiglia traslocò a Firenze nel Palazzo dei conti Bombicci, quando nel capoluogo del Granducato, governato dal granduca lorenese Leopoldo II detto Canapone, s’iniziava a respirare un’aria di svolta all’indirizzo dell’unità del Paese, infatti, il 27 aprile 1859, a un giorno di distanza dallo scoppio della seconda guerra d’indipendenza, indotto da un’incruenta e civile manifestazione popolare, l’ultimo Granduca di Toscana abbandonò Firenze.

A VITA PRIVATA

In quell’anno memorabile, che coincise con la morte della madre di Pellegrino, Teresa Giunchi (sepolta nella chiesa di Monte Oliveto), la famiglia Artusi cambiò casa trasferendosi al n. 2 di via dei Cerretani, al Canto alla Paglia, nell’antico Palazzo de’ Marignolli, occupando tutto il primo piano del grande appartamento. Successivamente, alla morte del padre Agostino (sepolto nella cripta della chiesa di San Miniato a Monte) e trovati i mariti per le sorelle Rosa, Maria Francesca e Gertrude, Pellegrino all’età di 45 anni scelse di ritirarsi a vita privata, abbandonando il commercio e il banco di sconto, trasferendosi in un grazioso villino, in piazza Massimo D’Azeglio al n. 25 (oggi 35), dove tranquillamente condusse la sua esistenza assieme alla cameriera Marietta Sabatini di Massa e Cozzile, al cuoco Francesco Ruffilli di Forlimpopoli e ai suoi due gatti Biancani e Sibillone, ai quali dedicò addirittura la prima edizione del suo famoso ricettario. Morì in quel luogo il 30 marzo 1911, all’età di 91 anni.

Bastardi sì, ma in passerella

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Non ci saranno né Brad Pitt né Quentin Tarantino. I veri protagonisti saranno i nostri amici a 4 zampe. Per la precisione “Bastardi senza gloria”, ossia quelli senza pedigree. Non è il titolo del celebre film, non in questo caso. Si tratta della sfilata canina dedicata agli esemplari ospitati nel parco degli animali di Ugnano, il canile gestito dal Comune di Firenze in collaborazione con Archimede e Samarcanda, due cooperative sociali.

Quando

L'inziativa si svolgerà al parco della Fortezza da Basso giovedì 17 luglio alle 19.30. A promuoverla l'associazione culturale Nothing Inc e Off Bar, con il patrocinio del Cesvot. “Si spera che oltre a sensibilizzare le persone per quanto riguarda il tema dell'abbandono dei cani – spiega Calogero Vieri, presidente dell'associazione e gestore dell'Off Bar – qualcuno, partecipando a questa iniziativa, decida di adottare un cane”. Anche a questo scopo il vincitore della sfilata, selezionato da una giuria di giornalisti e amanti degli animali, otterrà in premio un book fotografico che lo aiuti a trovare una famiglia.

Dal canile alla “passerella”

La sfilata è stata molto voluta dal Comune di Firenze per richiamare l'attenzione dei cittadini verso l'abbandono, tema caldo soprattutto nei periodi estivi. “Il canile di Firenze inaugurato nel 2011 – spiega Bettini – ha a disposizione 2 ettari e mezzo di terreno e 54 box in cui può ospitare un centinaio di cani. I cani attualmente ospiti al canile sono 33. Dal 2011 sono stati adottati 174 cani. Si spera di riuscire entro nei prossimi anni a far adottare anche tutti gli altri”. La serata, che sarà presentata da Leonardo Canestrelli, sarà aperta con l’esibizione dell’addestratore professionista Massimo Marascia .

 

Bastardi senza gloria, sfilata canina Off Bar Firenze

I quattro zampe in gara

Tra gli amici a quattro zampe in gara ci sono Peruviano, maschio bianco di 7 anni dal carattere vivace; Tim, maschio di 5 anni di piccola taglia. C'è Chiorba, 8 anni, manto tricolore. E poi, ancora, ci sono Martino, incrocio con un Terrier, finito in canile poche settimane fa in seguito al ricovero della sua proprietaria; Ronnie, maschio di 7 anni di grossa taglia; Signorelli – tra i più anzianotti con i suoi 12 anni, ma dal carattere giocherellone nonostante l'età, e infine il meticcio Kid, maschio di 5 anni dal carattere brillante e affettuoso. Oltre a questa iniziativa è già stato annunciato per il mese di settembre un altro evento, questa volta nel canile stesso.

L’universale per immagini

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Breve storia del cinema Universale. Dalla sua tradizionale funzione, al periodo in cui fu trasformato in discoteca fino ad oggi, mentre l'ex sala viene trasformata in appartamenti.

Intanto il cinema-simbolo degli anni Ottanta rivive in un film, pe ril quale è scattata una campagna di crowfunding.

Come in una fiaba: c’è Mercantia

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Artisti di strada e giardini segreti. Mangiafuoco e giocolieri. Ballerine volanti e musica in ogni angolo.Torna a Certaldo l'atmosfera da fiaba di Mercantia, il festival internazionale del teatro di strada in programma dal 16 al 20 luglio con la XXVII edizione. Sarà una “festa dei miracoli”: questo il tema scelto quest'anno per la kermesse, che come sempre si calerà alla perfezione nelle stradine e nei vicoli del borgo medievale.

Mercantia 2014 a Certaldo

“Di miracoli,  in senso laico, ne abbiamo già fatti tanti, come la rinascita di un colorito popolo di artisti che hanno popolato l’Italia e il moltiplicarsi di festival sorti per imitazione. Il miracolo che ci interessa in questa edizione è quello di poter continuare a stupire, a sognare, ad essere ancora noi stessi, a dare gioia al cuore delle persone che a Mercantia non sanno rinunciare, che ci sorridono e ci raccontano che ancora una volta abbiamo vinto la nostra sfida”, spiega il direttore artistico Alessandro Gigli. 

Artisti internazionali

Tra gli artisti di scena a Certaldo molti di fama internazionale. Tornano dall'India i Milon Mela, formazione multidisciplinare (danzatori mascherati, musicisti, acrobati, maestri d'armi) in parata con canti, musiche e danze dei Baul del Bengala; dall'Africa altro ritorno gli Asante Kenya Acrobats, con uno spettacolo di acrobazione ed evoluzioni di origine tribale riviste in chiave circense; arriva da Mosca il teatro di figura dei Moscow Hand Theater dal “Thailandia Got Talent” il sorprendente “Mute show” dei giovanissimi e talentuosi Mute (spettacolo rigorosamente muto, ma di comprensione universale) e poi ancora spettacoli circensi e di varietà dai cinque continenti.

In strada (e nel cielo)

Un ritorno alle origini anche per le Cafelulè, quattro fascinose ballerine con un partner maschile che danzano in verticale lanciandosi, salendo e scendendo dalle pareti e dalle torri di via Boccaccio dove mettono in scena i drammi e gli enigmi dell'animo femminile. E poi la comicità vista a “Zelig Circus” di Luca Regina e Tino Fimiani in “Lucchettino Classic”, l'elegante ironia della pianista classica e perfomer istrionica Rita Pelusio in “Eva, Diario di una Costola “, gli Appiccicaticci in “Appiccicaticci show”, la parata ispirata al mito della Fenice del Teatro Carillon con “Postfataresurgo”, le delicata e surreale parata delle Invasioni Lunari con “Invasioni lunari in parata” (spettacolo la cui immagine è stata scelta per il manifesto ufficiale di Mercantia 2014).

In musica

un'offerta musicale che attraversa tutta l'Europa, dalla Napoli di Teatro Caccabak alla tammurriata di Compagnia dell'atto comico; dall'Irlanda dei Jig Rig al sound anglosassone di tante marching band: Opus Band, frati che suonano fiati mixando Carmina Burana, funky, jazz e James Brown; Girlesque, fiati femminili in stile burlesque; Zastava Orkestar, sound balcanico made in Maremma, fino all'irriverente ironia musical teatrale dei Gatti Mezzi.

Giardini segreti

Rigorosamente su prenotazione e per pochi spettatori, l'altro lato di Mercantia, i “Giardini Segreti”, con il teatro corporeo degli Arhat Teatro formatisi sugli insegnamenti dell'Odin Teatret, che a Mercantia festeggiano i 10 anni di attività professionale; il teatro di ricerca di Dulcamara Teatro di Valentina Cidda (figlia d'arte di Mario Maldesi, grande doppiatore e aiuto regista), il teatro di narrazione del Teatro del Cavolfiore che coinvolgerà uno spettatore per volta in un percorso sensoriale.