mercoledì, 13 Agosto 2025
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Papa Francesco a Firenze, la giornata in diretta

È il giorno della storica visita di Papa Francesco a Firenze. Il Pontefice è atterrato in elicottero intorno alle 9.30 allo stadio Ridolfi e poco dopo si è diretto verso il centro della città salutato dalla folla di fedeli che si è radunata lungo le strade del percorso della Papamobile.

FEDELI IN CODA FUORI DAL FRANCHI

Il Papa raggiungerà il Battistero e la Cattedrale, poi, intorno a mezzogiorno, sarà in Santissima Annunziata. Alle 15.30 è in programma la Santa Messa allo Stadio Franchi, dove già intorno alle 10 si erano formate code dei fedeli in attesa dell’apertura dei cancelli, prevista per le 12.

14.50Papa Francesco è arrivato allo stadio Franchi dove, alle 15.30, celebrerà la Santa Messa. Centinaia di fedeli hanno salutato il suo passaggio nel percorso che conduce allo stadio, al cui interno migliaia di persone hanno aspettato il suo arrivo.

10.40 – I cancelli dello Stadio Franchi sono stati aperti con oltre un’ora di anticipo per consentire ai tanti fedeli che già si erano radunati fuori dall’impianto di sistemarsi a sedere. Lunghe code per entrare.

Foto e video di Valentina Buti

Firenze e Prato, è il giorno di Papa Francesco

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Erano 30mila, già dalle prime ore di questa mattina, le persone accorse a Prato in attesa dell'arrivo di Papa Francesco. 5mila invece i cittadini in piazza Duomo. Migliaia di pratesi hanno occupato gli spazi riservati al pubblico e tanti si sono posizionati lungo le transenne che delimitano il percorso tra lo Stadio Lungobisenzio e Piazza Duomo.

il Papa in Toscana

Perché è oggi l’attesissimo giorno dell’arrivo di Bergoglio in Toscana: prima a Prato, poi a Firenze. E proprio Firenze si prepara a d accogliere il Pontefice, con l’attesa che cresce per il suo sbarco in città e per la messa in programma nel pomeriggio allo stadio Franchi.

il convegno ecclesiale nazionale

L’arrivo di Papa Francesco rientra nell’ambito del quinto convegno ecclesiale nazionale dal titolo “In Gesù Cristo il nuovo Umanesimo”, in programma proprio a Firenze. Convegno che si è aperto ieri nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, con il suono delle chiarine e alla presenza del Gonfalone della città.

I lavori del convegno ecclesiale si sono aperti con la prolusione di Monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente del Comitato preparatorio. Prima dell’intervento di Monsignor Nosiglia e del saluto del sindaco Nardella, il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori ha accolto in cattedrale i 2200 partecipanti ai lavori partiti con quattro processioni da altrettante basiliche.

I convegni ecclesiali nazionali sono un importante momento di incontro dei vescovi della Conferenza Episcopale Italiana. Quasi una sorta di Stati generali della Chiesa in Italia. Nati nel 1976, si sono succeduti ogni dieci anni. L’idea originaria era quella di un momento di profonda riflessione per tradurre nella realtà italiana lo spirito del Concilio Vaticano II.

Caccia al Papa-selfie, cronaca di una mattina tra la folla

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Una lunga maratona dietro le transenne tra piazza Duomo, via de’ Servi e Santissima Annunziata per “strappare” uno scatto con il Santo Padre.

Duomo, folla per Papa Francesco

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Papa Francesco è arrivato al Duomo, accolto dal suono delle campane e acclamato da una numerosa folla, con tanto di cartelli e bandierine.

La visita di Papa Francesco a Firenze

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L'arrivo allo Stadio Ridolfi, la visita al Duomo e al Battistero, la messa al Franchi. Tutte le immagini della giornata di Francesco a Firenze

L’arrivo del Papa allo stadio Franchi

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Papa Francesco ha raggiunto lo stadi oFranchi, dove alle 15.30 celebrerà la Santa Messa. Le immagini del suo arrivo e del saluto ai fedeli

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Volontarie per la visita di Papa Francesco: “Pronte a intervenire, ma sarà una giornata di festa”

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Centinaia di volontari di pubblica sicurezza sono all’azione in tutta Firenze per garantire la massima serenità a tutti i fedeli durante la visita del Pontefice

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Papa Francesco è arrivato a Firenze

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Dopo l’atterraggio allo stadio Ridolfi il Pontefice si dirige verso il centro. Ecco il passaggio sul Ponte al Pino salutato dalla folla dei fedeli lungo le strade

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L’uomo della forchetta

Correva l’anno 1872 quando, precisamente la sera del 9 gennaio, con poca prudenza e molta spavalderia, il giovane tappezziere Egisto Cipriani di 23 anni, scapolo, fece una sconsiderata scommessa. Il baldo giovanotto, che aveva avuto modo di vedere un prestigiatore cinese infilarsi una sciabola in gola durante i suoi spettacoli all’Arena Nazionale dove si esibiva la Compagnia Equestre diretta da Achille Ciotti, con i gaudenti amici, scommise che si sarebbe introdotto interamente una forchetta nell’esofago.

Scelse una comune forchetta metallica da tavola e, presa con due dita per le quattro punte, iniziò l’inserimento nella gola per la parte del manico, quando, malauguratamente, gli sfuggì l’appiglio e la forchetta scivolò giù. Dopo diversi, quanto inutili, tentativi di recuperarla compiuti dallo stesso giovane e dai suoi amici, non riuscirono che a farla penetrare più addentro nell’esofago, in preda al terrore Egisto fu accompagnato all’ospedale di San Giovanni di Dio. Anche qui dopo varie prove, non potendo ottenere nessun recupero, gli furono somministrati 60 grammi d’olio di ricino per favorirne l’evacuazione. In questo caso specifico, il corpo estraneo ingerito era talmente lungo (cm 22), che l’espulsione naturale era difficilissima, se non addirittura impossibile. Infatti, fu così. Il giorno seguente il povero Cipriani fu ricoverato nella clinica chirurgica dell’ospedale di Santa Maria Nuova, all’attenzione del professor Tebaldo Rosati.

Del caso s’interessò subito la stampa cittadina e per circa due mesi il quotidiano La Nazione, descrisse in ogni particolare l’evolversi di questo specifico caso di cronaca. Il giovane tappezziere, che abitava in Via del Porcellana al numero 13, fu assiduamente visitato e controllato anche attraverso consulti effettuati da illustri luminari del tempo nostrani e stranieri, fra i quali notammo tre medici inglesi; chi protendeva per un’attesa determinata a capire meglio dove si trovasse effettivamente la forchetta, chi, viceversa, era dell’idea di intervenire chirurgicamente mediante l’apertura dell’addome per estrarla.

L’operazione era una di quelle definite “difficilissima e scabrosissima” in quanto, non ancora conosciuti i Raggi Rontgen, la localizzazione del corpo estraneo avveniva solo per palpazione e questa non era sufficiente a stabilire con precisione dove si trovasse la forchetta. Non si volle neppure capovolgere l’individuo per tentare di far retrocedere per l’esofago il corpo estraneo, perché la forma stessa della forchetta escludeva ogni possibilità della sua uscita. Fu proposto anche di sperimentare una sonda spicillo realizzata appositamente dalla ditta Gabbrielli, nota fabbrica di strumenti chirurgici, da introdursi attraverso l’esofago nello stomaco del paziente che, venuta a contatto colla forchetta potrebbe dare un suono che ci assicurerebbe della di lei esistenza. Tali esperimenti, ripetuti in più occasioni, oltre a procurare al Cipriani fortissimi sensi di soffocamento, dettero sempre esiti negativi.

Trascorsero giorni, settimane, mesi, fino a quando il Cipriani, divenuto il famoso “uomo della forchetta”, poiché le sue condizioni erano tali da far scrivere al cronista che egli mangia, beve, fuma, passeggia ed è tranquillo, decise di lasciare l’ospedale e tornarsene a casa al suo lavoro di tappezziere. Sembra incredibile ma è pur vero, che Egisto Cipriani, con la forchetta nell’addome, trascorse ben 15 anni di vita quasi del tutto normale, tanto che contrasse anche matrimonio. Il 30 aprile 1887, però, quando ormai più nessuno pensava all’uomo della forchetta, questi fu urgentemente operato di laparotomia nell’Ospedale di San Giovanni di Dio dallo stesso Professor Tebaldo Rosati, che per primo lo aveva visitato nel 1872 (nel frattempo divenuto primario) e dal suo aiuto dottor Giulio Catani. L’esito dell’operazione fu positivo e l’8 giugno il Cipriani fu dimesso con guarigione perfetta.

A solo titolo di curiosità dobbiamo riferire che la forchetta recuperata è tuttora custodita nel piccolo museo dell’Ospedale di San Giovanni di Dio unitamente alla fotografia del Cipriani. Inoltre, l’arguto poeta Renato Fucini, noto anche con lo pseudonimo e anagramma di Neri Tanfucio, che in quell’epoca viveva nella nostra città, Ingegnere del Municipio, compose un sonetto (il XXXVI°) in vernacolo pisano intitolato L’Omo della forchetta.

Il racconto è tratto dal libro “Piazza di Santa Maria Novella” degli autori mentre il disegno è di Stefania Valentini.