Nel Vocabolario degli accademici della Crusca, la parola magica comparve con la terza edizione del 1670: cioccolatte o volgarmente, cioccolata. Consacrazione linguistica di origine sudamericana, successo europeo e affermazione mondiale. Ancora oggi, infatti, poche dolcezze permeano l’immaginario, il desiderio e il gusto di tutto il mondo come il cibo degli dei, dono della mandorla del cacao (Theobroma cacao). In principio però i conquistadores spagnoli operarono una “piccola” modifica alla ricetta originale precolombiana, sostituendo il peperoncino con lo zucchero. In ogni caso, la nostra città se ne innamorò subito. Ed è ancora innamorata. Per questa ragione, abbiamo scelto cinque luoghi dove bere una buona (se non la migliore) cioccolata calda a Firenze, nel centro della città. Partiamo però dalla storia.
Il giro del mondo di un fiorentino e la cioccolata da bere
Spesso, il merito di aver dato notizia della cioccolata a Firenze viene attribuito al mercante fiorentino Francesco d’Antonio Carletti. Questi prese il mare da Siviglia, raggiunse il Sud America, attraversò il continente, si imbarcò di nuovo per le Filippine, visitò il Giappone e i territori portoghesi dell’Asia. In questo modo, nonostante dubbi affari e due soggiorni in carcere, Carletti riuscì a completare il primo giro del mondo commerciale del quale si abbia notizia (1594-1606 circa), accumulando una discreta fortuna, quasi del tutto sottratta dai pirati olandesi che lo intercettarono nei pressi dell’isola di Sant’Elena.
L’avventura avrebbe ispirato un incredibile racconto di viaggio, Ragionamenti di Francesco Carletti – pubblicato postumo nel 1701 – ma che i concittadini ricordano soltanto perché cita la cioccolata. Tanto buona che “una volta accostumatisi ad essa diventa cosa vitiosa, et che con difficoltà si può poi lassarne di berne ogni mattina o vero il giorno al tardi dopo pranzo…”.
Cioccolata calda alla corte dei Medici
Marco Ferri nel suo libretto, Firenze e la cioccolata edito da Pontecorboli nel 2017, ricorda tuttavia diverse testimonianze precedenti la pubblicazione del Carletti. Una storica. Il Codice fiorentino, dono matrimoniale di Filippo II di Spagna a Francesco I Medici (1579), descrive la cioccolata. Presso l’Archivio di Stato di Firenze, nel fondo Mediceo del Principato, il documento 4951, risalente al 12 dicembre 1622, registra l’importazione di oro, argento, tabacco, zucchero e cioccolate. A partire da quest’epoca, tazze di cioccolata allietano la corte medicea. Spesso aromatizzata a gusti vari, come cedro, limone o gelsomino. Ma in generale, la cioccolata fiorentina discende semplicemente dall’egemonia spagnola nell’Italia del Seicento.
I caffè settecenteschi
Dopo un secolo da esotismo costoso, nel Settecento la cioccolata uscì stabilmente dalla corte e dai palazzi. Le botteghe di acquafrescai o acquacedratai vendettero le “tavolette”. Mentre i primi caffè cominciarono a servire cioccolata, dal caffè di Francesco Zeti, all’esclusivo Kaffeehaus nel Giardino di Boboli, struttura che per altro è al centro adesso di un progetto di recupero.
Così, ancora oggi la cioccolata calda in un caffè di Firenze può rappresentare un’esperienza diversa dal consumo distratto nella propria abitazione. Tempo calmo al tavolino, momento per se stessi o con i propri cari. Esperienza di aroma e sapore. Occasione per passeggiare e vivere la città, affacciarsi su belle piazze. Guardare. Anche perché, alcuni luoghi adatti a questa esperienza sono veri classici. Da riscoprire, anche per i fiorentini.
Caffè Gilli, il più antico di Firenze
Gilli è il caffè più antico di Firenze e fa parte anche dell’associazione italiana dei locali storici. L’insegna guarda la città dal 1733, quando il granduca era ancora Giangastone de’ Medici. Allora, Gilli si dedicava all’alta pasticceria e si trovava nei pressi del Duomo. In seguito, l’attività si è evoluta verso la dimensione dei caffè, diventando famosa anche grazie alla qualità della sua cioccolata. Nel 1917, Gilli è approdato alla sede attuale di via Roma 1r, innanzi a Piazza della Repubblica, nel cuore del centro di Firenze, dove bere una cioccolata calda in stile liberty. Ed è possibile chiedere la panna in un piattino a parte.
Rivoire, cioccolata calda in pieno centro a Firenze
Enrico Rivoire era fornitore ufficiale di cioccolata per la corte sabauda di Torino. Quando Vittorio Emanuele II spostò la capitale d’Italia da Torino a Firenze, anche il fornitore di cioccolata dovette mettersi in cammino ma non proseguì per Roma. Nel 1872, l’insegna “Enrico Rivoire – Fabbrica di Cioccolata a Vapore” comparve al 5 rosso di Piazza della Signoria. Presa una simile posizione, non sorprende che Rivoire sia rimasto a Firenze, dove il suo caffè si è trasformato in una specie di salotto cittadino. L’atmosfera rimane ancora ottocentesca. Oltre la bevanda, il laboratorio di Rivoire produce cioccolatini, famoso quello all’alchermes, e cioccolata di qualità.
Il Caffé Giubbe Rosse e il Caffè Paszkowski
Piazza della Repubblica è la piazza dei grandi caffè letterari di Firenze. La “birreria Reininghaus” risale al 1897 ma la divisa dei camerieri suggerì ai fiorentini di ribattezzare il locale Giubbe Rosse. Così, in piazza della Repubblica 13-14/r, l’onomastica fiorentina ha prevalso sull’origine tedesca dei proprietari. Purtroppo, al momento, il locale è in ristrutturazione, la cioccolata deve attende. Al Caffè Paszkowski invece è stata reinterpretata soltanto la pronuncia. I Paszkowski che nel 1904 rilevarono l’attività erano polacchi. La pronuncia “Pascoschi” è fiorentina. Ovviamente il Caffè Paszkowski si trova in piazza della Repubblica 6. Stile, atmosfera e arredamento interno conservano forti elementi d’epoca.
Nel Novecento, entrambi i caffè furono punto di ritrovo per futuristi e letterati, fiorentini ma non solo. Frequentarono i tavoli lo scultore Ottone Rosai, il poeta Dino Campana, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Elio Vittorini, Eugenio Montale. Forse, Aldo Pietro Vincenzo Giurlani vi si fece conoscere con il nome d’arte: Aldo Palazzeschi. Pertanto, da Paszkowski e alle Giubbe Rosse la cioccolata calda di Firenze è e sarà futurista.
Dove bere una buona cioccolata calda a Firenze: Caffè Rainer, pasticceria in stile austriaco
Rudolf Rainer e Silvia Rabito hanno aperto il loro caffè nel 2011, in via San Zanobi 97r. L’attività è anche quella di una pasticceria in stile austriaco, dove s’impastano sacher torte, strudel, torta foresta nera. La cioccolata calda viene preparata d’inverno, in cerca di qualità semplice: cioccolato fondente, acqua e cacao amaro. Mentre la caffetteria speciale arricchisce il caffè di cioccolata fondente, bianca, panna e altri ingredienti particolari. Perché se anche il caffè può essere una scoperta a ogni tazzina, Rainer invece è la nuova cioccolata calda da provare a Firenze.