La Gioconda ancora protagonista. Ricorre domani il 100° anniversario del furto del quadro, avvenuto nella notte del 20 agosto 1911. Per l’occasione Silvano Vinceti, promotore del Comitato per il rientro della Gioconda nel 2013 a Firenze, chiede ufficialmente scusa per il furto compiuto dall’italiano Vincenzo Peruggia e rilancia alle autorità francesi l’appello affinché sia concessa l’autorizzazione al prestito del famoso quadro di Leonardo.
SCUSE MA NON SOLO. “A nome del Comitato che rappresento – dice Vinceti, che è anche il responsabile della ricerca dei resti mortali della Lisa Gherardini nel convento di Sant’Orsola – colgo l’occasione per chiedere scusa dell’accaduto. Un gesto che credo possa essere condiviso dalla maggioranza degli italiani”. “Forse – aggiunge Vinceti – questo anniversario è un’occasione per rafforzare i legami fra italiani e francesi uniti da un forte amore per l’arte e per il bello. Può essere un motivo in più perché il Ministro dei Beni Culturali francese e il responsabile del Louvre prendano in seria considerazione la nostra richiesta per il rientro nel 2013 della Gioconda e venga esposta a Firenze gli stessi giorni, come accadde nel dicembre del 1913”.
IL FURTO. L’imbianchino e decoratore Vincenzo Peruggia, il 21 agosto 1911, “rubò la Gioconda per portarla in Italia”. Poi la tenne con sé per quasi due anni e mezzo, cercando anche di rivenderla all’antiquario fiorentino Alfredo Geri e quindi arrestato. Ex dipendente del Louvre, Peruggia sostenne sempre di aver rubato il quadro di Leonardo solo per restituirlo al suo paese. Anzi, “per restituire il frutto dei saccheggi napoleonici”, arrivò a dire Peruggia, non sapendo che la Gioconda è da sempre a pieno diritto francese, venduta per 4mila ducati a Francesco I dallo stesso Leonardo Da Vinci.
IGNORANZA STORICA. “Le intenzioni che mossero il Peruggia nel furto della Gioconda furono nobili anche se si fondavano su una ignoranza storica, tanto che ancora oggi molti italiani pensano che la Gioconda sia stata rubata da Napoleone – commenta Vinceti – sono convinto che i francesi sapranno ancora oggi comprendere le ragioni che mossero il Peruggia. Proprio loro, che hanno ben radicato un forte sentimento per la propria nazione, la propria storia e la propria cultura, possono cogliere questo anniversario per dare, per così dire, una parziale assoluzione all’atto criminoso compiuto da questo italiano poco istruito e che aveva tentato la fortuna sul suolo francese”.
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