E il maestro ha ringraziato “Grazie per questo prezioso riconoscimento che nel mio intimo sento un poco di meritare”, scusandosi con i tanti intervenuti per la “boria”.
“Voi avete riconosciuto in me un buon compositore di musica – ha continuato il maestro – un fiorentino nato in via Cavour 23, a due passi dalla sede dell’Assemblea toscana ed anche per questo tifoso della fiorentina“.
Flavio Testi, dopo aver con orgoglio sottolineato la sua origine, ha ripercorso gli anni trascorsi a Torino e a Milano, per poi tornare “alle tante promesse per il futuro fatte in Santa Croce”, alla Firenze del Maggio Musicale, a quel mondo vivace e ricco di stimoli. “Siamo rimasti in pochi, siamo rimasti soli – ha concluso il maestro – ma agli amici chiedo di combattere perché non ci venga strappata la musica“.
Quelle stesse note che il musicista Cesare Bindi ha fatto risuonare in Sala Affreschi di Palazzo Panciatichi, proponendo Cielo, opera di Testi del 1974. “La mia generazione ha avuto la fortuna – ha affermato il musicista – di avere dei grandi maestri”.
L’onorificenza dell’Assemblea toscana intende coronare il lungo e approfondito percorso intellettuale e artistico del maestro, che si è distinto per la sua inconfondibile creatività nella scrittura di musica classica contemporanea e per la sua attività di musicologo in ambiti sinfonici, cameristici e scenici. Inoltre, negli anni Settanta, è stato docente di Storia della musica presso il conservatorio “Cherubini” di Firenze, divenendo anche direttore Artistico del Maggio Musicale al Teatro Comunale. Di straordinaria importanza, in quel contesto, fu la sua collaborazione con lo scomparso Massimo Bogianckino ed il Maestro Riccardo Muti, rispettivamente Sovrintendente e direttore Musicale del Maggio.