Il codice Leicester torna a Firenze, per una mostra-evento molto attesa. Il celebre manoscritto di Leonardo da Vinci, conosciuto fino agli anni Ottanta come “codice Hammer”, arriva alla Galleria degli Uffizi per tre mesi in occasione dell'appuntamento “Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. L’Acqua Microscopio della Natura”.
Le date
L'esposizione è ospitata nell’aula Magliabechiana dal 30 ottobre 2018 fino al 20 gennaio 2019, come anteprima delle celebrazioni leonardiane per i 500 anni dalla morte del genio toscano, che ricorre nel 2019.
La mostra sul codice Leicester agli Uffizi
Il curatore, Paolo Galluzzi, ha impiegato due anni per preparare la mostra. Ad accompagnare i visitatori nella lettura di questo antico e affascinante manoscritto, arricchito da spettacolari disegni originali di Leonardo, è un apparato multimediale, che consente di indagare anche altri spettacolari scritti.
E così, grazie a uno strumento tecnologico chiamato “Codescope”, è possibile sfogliare il codice grazie a speciali schemi digitali, conoscere la trascrizione dei testi e le informazioni sui temi trattati nel manoscritto, vedere filmati digitali realizzati dal Museo Galileo. È la seconda volta che il codice Leicester torna a Firenze: fu esposto nel 1982, quando era ancora chiamato codice Hammer dal nome del suo proprietario, nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio richiamando 400mila persone.
Alla Galleria degli Uffizi, saranno esposti anche altri “codici da Vinci” realizzati sempre all’inizio del ‘500: in tutto saranno quindi esposti oltre 80 fogli , oltre al Codice sul volo degli uccelli, tutti vergati dalla mano di Leonardo. Accanto a questi, 10 preziosi volumi tra manoscritti e incunaboli da cui il genio toscano prese spunto per realizzare i suoi studi.
Tra i fogli vinciani in mostra il Del moto et misura dell’acqua dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, il “Codice sul volo degli uccelli”, in prestito dalla Biblioteca Reale di Torino, quattro spettacolari fogli del Codice Atlantico, prestati dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano e due preziosi bifogli del Codice Arundel della British Library, con rilievi del corso dell’Arno nel tratto fiorentino.
Che cos’è il codice Leicester e la sua storia
Il codice Leicester è l’unico dei grandi codici leonardeschi non di proprietà pubblica. Si tratta di 74 pagine scritte da Leonardo da Vinci tra il 1504 e il 1508, incentrate principalmente sugli studi idraulici, in cui il genio toscano approfondisce la sua conoscenza sull’acqua, per comprendere la sua natura, per sfruttarne l’energia e controllarne anche l’impeto. Nel documento si trovano anche interessanti considerazioni sulla storia della Terra e anche Luna, sul materiale da cui è costituto il satellite e sulla sua luminosità.
Il codice è passato di mano in mano più volte. Nel 1717 fu acquistato da Thomas Coke, conte di Leicester, da cui il nome del manoscritto. Rimase proprietà della famiglia inglese fino al 1980, quando fu messo all’asta. Se lo aggiudicò l’imprenditore statunitense Armand Hammer (da qui “codice Hammer) per un prezzo di tutto rispetto, 5,6 milioni di dollari. Alla sua morte, il magnate lasciò questo “tesoro” all’Università della California. Andato di nuovo all’asta nel 1994, fu comprato dal “padre” di Microsoft Bill Gates per quasi 31 milioni di dollari.
Info utili
La mostra è un progetto delle Gallerie degli Uffizi e del Museo Galileo realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze e che si avvale inoltre del patrocinio e del contributo del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.
Gli orari dell'esposizione seguono quelli del museo: sul sito degli Uffizi tutti le informazioni sulla mostra sul codice Leicester.