martedì, 7 Ottobre 2025
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Il Museo Stibbert come lo voleva il suo fondatore

Il Museo Stibbert apre al pubblico le sale dove abitò il famoso collezionista. Nel frattempo, da venerdì saranno esposti i capolavori in ceramica di Ginori e Cantagalli.

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Il Museo Stibbert apre al pubblico le sale dove abitò il famoso collezionista.

LE STANZE. Grazie al progetto “Piccoli grandi musei” si possono nuovamente visitare la sala della Piatteria antica e le sale del primo piano, dove il collezionista abitò con la madre Giulia. Si conclude così un decennio di restauri, realizzati con il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che hanno tra l’altro consentito di ricreare l’allestimento che Stibbert aveva scelto per la villa, ma rivoluzionato dopo la sua morte.

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TUTTO COME VOLEVA IL COLLEZIONISTA. Approfondite ricerche hanno permesso di ricostruire con esattezza la disposizione dei locali e delle collezioni. Sono state ripristinate le antiche decorazioni e i pavimenti erosi dal passaggio del pubblico, e mobili e quadri sono stati ricollocati dove Stibbert li aveva voluti. Le armerie hanno così riacquistato tutto il loro fascino e le grandi sale di rappresentanza la loro eclettica ricchezza e armonia.

LA MOSTRA. Intanto dal 30 settembre al 15 aprile, ad anticipare il vasto calendario di esposizioni dedicate all’artigianato fiorentino e all’epoca d’oro dell’antiquariato,verrà presentata al pubblico la mostra sul Risorgimento della maiolica italiana. Insieme ai cento capolavori, molti mai esposti prima, saranno presenti anche le due celebri manifatture Ginori e Cantagalli.

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PER GLI APPASSIONATI MA NON SOLO. La bellezza di questi manufatti, vibranti di colori e dagli stili più diversi (neoclassico, rinascimentale, rococò, liberty), è destinata ad affascinare non solo gli appassionati ma anche il grande pubblico. Per gli addetti ai lavori sono invece fonte di importanti novità i numerosi inediti (in particolare dall’archivio del Museo di Doccia). Fra questi anche i disegni della documentazione del Fondo Cantagalli, conservato a Faenza dal museo internazionale delle ceramiche.

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