venerdì, 19 Aprile 2024
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Il restauro della Tribuna degli Uffizi

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Considerate la delicatezza del pavimento e la necessità di consentire al pubblico il pieno godimento delle tavole del Bronzino, del Pontormo, del Rosso, del Vasari e degli altri maestri che vi sono rappresentati, la Direzione ha ritenuto opportuno che la sala – restituita alla sua ricchezza di nucleo prezioso – dovesse offrirsi soltanto a una vista d’insieme, con affacci dalla porta sul corridoio e da quelle sulle contigue salette.
L’affaccio dalla saletta successiva alla Tribuna richiedeva però un intervento sul corridoio. E lì difatti è stato già riaperto quel varco che le guide, le carte, i disegni antichi e le indagini termografiche, attestano proprio di lato alla Tribuna e ch’era il solo a dare adito alle stanzette dell’armeria. Ora, come in antico, di fianco all’accesso al vano buontalentiano si apre un passaggio alla prima di quelle stanzette. Passaggio che, al pari d’ogni porta sui corridoi degli Uffizi, è inquadrato da mostre in pietra serena, con ante lignee in tutto identiche alle altre di Galleria. Nei lavori di ripristino del varco sono state ritrovate le decorazioni settecentesche dell’imbotte.
I restauri interesseranno la decorazione architettonica (compresi gli affreschi nella lanterna, le conchiglie che decorano la cupola e le madreperle nel tamburo), le celebri sculture antiche e i prestigiosi arazzi. Le pareti saranno tappezzate con un velluto liscio rosso cremisi, documentato negli inventari e tessuto appositamente con antichi telai.
Esclusa la possibilità di tornare all’originaria raccolta di oggetti pensata da Francesco I (e nel tempo migrati in altri musei fiorentini), sono stati scelti, per l’esposizione futura, dipinti che evocassero la primitiva magnificenza del vano senza tuttavia esigere una lettura ravvicinata. Dipinti che, comunque, sono tutti nel novero di quelli la cui presenza, nei trascorsi allestimenti della Tribuna, sia attestata dalle carte d’archivio.
I capolavori che vi erano esposti prima della chiusura, sono stati trasferiti nella sala 35 (quella del Barocci e della Controriforma, nel corridoio di fronte) e lì collocati su quattro pareti tinteggiate nello stesso color cremisi del velluto: quel rosso violaceo che appunto si può vedere nelle nuove strutture messe oblique in questa sala a evocare il perimetro ottagonale dell’architettura buontalentiana. Alla consegna delle sale del progetto ‘Nuovi Uffizi’, questi stessi capolavori verranno trasferiti negli ambienti al primo piano dedicati alla pittura del Cinquecento.
I lavori termineranno nel giugno del 2011.
Il restauro e il nuovo ordinamento della Tribuna – compresi i lavori nella sala del Barocci – saranno economicamente sostenuti dalla Fondazione Friends of Florence, che da tempo offre contributi cospicui ai musei statali fiorentini.
Sono i Friends of Florence che agli Uffizi hanno, per esempio, resi possibili gli interventi alle celebri statue della Loggia dei Lanzi e a dipinti ragguardevoli (come l’elegante Ritratto di Ortensia de’ Bardi di Alessandro Allori), oltre al recupero straordinario delle opere nella Sala della Niobe. Sempre alla Fondazione americana si deve il restauro di numerosissime sculture della collezione di antichità conservata nei corridoi di Galleria.

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