Lo dicono i fiorentini. E anche noi, per un giorno, ci siamo mischiati alle decine di ciclisti che amano spostarsi in città con il mezzo ecologico per eccellenza. Il problema più sentito ed evidente è quello dei tracciati che spesso si interrompono bruscamente senza preavviso. Ne è un esempio il tratto compreso tra il ponte Santa Trinita e lungarno Guicciardini dove, chi arriva in bicicletta da piazza Goldoni, è costretto a scendere e attraversare a piedi l’incrocio.
E la porzione di ponte riservata ai ciclisti non è caratterizzata dalla pavimentazione di colore rosso identificativo delle piste ciclabili. In molte zone del centro le piste ciclabili sono invase o attraversate da scooter e automobili. Ne è un esempio il tratto compreso tra il ponte Santa Trinita – la corsia riservata alle bici tra l’altro non è colorata di rosso – e lungarno Guicciardini dove, per di più, chi arriva in bicicletta da piazza Goldoni, è costretto a scendere e attraversare a piedi l’incrocio portando la bicicletta a mano. Come deve fare anche Angela, studentessa, che per le vie del centro pedala tutti i giorni: “Negli ultimi anni sono state apportate notevoli migliorie, ma non è abbastanza. Se dovessi andare tutti i giorni fuori dal centro non mi sentirei affatto sicura”.
Alla fine del lungarno Corsini troviamo un’ulteriore interruzione, senza che vi sia alcuna segnaletica ad indicare la direzione da prendere. La pista ciclabile si interrompe anche in via Tornabuoni all’incrocio con via Vigna Nuova. Oltretutto la ‘via del lusso’ è particolarmente bersaglio dell’inciviltà di molti automobilisti che parcheggiano direttamente sulla corsia riservata alle biciclette. Però anche la convivenza con le aree pedonali, spesso, non è semplice. Nei percorsi paralleli ai viali di circonvallazione e su alcuni tratti dei lungarni non esistono particolari problemi di intralcio, vista la separazione tra l’area pedonale e quella ciclabile.
La situazione è difficile invece quando c’è da condividere il medesimo percorso come sui lungarni. Il ciclista in questi casi è costretto a una scelta: scendere dalla bici o districarsi nel traffico, a volte anche contromano. Dal canto loro, però, come ci dice la signora Penelope, “anche i ciclisti andrebbero educati: ignorano spesso le norme di sicurezza sia nell’attrezzatura sia nel modo di correre. Troppo spesso mi capita di vedere persone che pedalano in punti particolarmente trafficati e contromano ignorando le piste esistenti”. Insomma, ancora c’è molto da fare ancora, anche se, nel complesso, Firenze sembra sempre più a portata di bicicletta.