giovedì, 12 Dicembre 2024
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L’artista, la modella e il nudo

Alain Bonnefoit. L’artista e la modella: performance di nudo dal vero. L'appuntamento è per sabato 5 luglio alla Galleria d’arte moderna e contemporanea “Raffaele De Grada” di San Gimignano. Quando la galleria si trasformerà in atelier.

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Una performance di nudo dal vero. E la galleria diventerà l’atelier, dove modella e pittore danno vita ad un’opera come quelle già esposte presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” di San Gimignano per la mostra retrospettiva “Alain Bonnefoit. L’anima a nudo”. Un pezzo di Parigi, per la precisione di Montmatre, dove Bonnefoit ha il suo atelier, si trasferirà così per lo spazio di un pomeriggio nella culla della storia e dell’arte toscana, nella città delle Torri. E quello che generalmente accade nel segreto dell’”officina” dell’artista sarà eccezionalmente accessibile ai visitatori dell’esposizione (per gli aventi diritto all’ingresso gratuito al Museo sono disponibili 30 posti su prenotazione allo 0577/940348).

L’appuntamento è per sabato 5 luglio alle 16.30, e la performance sarà preceduta da una introduzione alla mostra alla presenza dell’artista e del curatore, Maurizio Vanni. Se la mostra, che resterà aperta fino al 17 agosto, vuole ripercorrere i quaranta anni di attività pittorica dell’artista francese, che nella sua personale ricerca ha sperimentato i più diversi mezzi espressivi, la performance sarà il momento giusto per vedere l’artista al “lavoro”, nel momento in cui l’opera d’arte nasce grazie al rapporto unico che si instaura fra soggetto ed oggetto nel momento irripetibile della creazione.

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Nel corso della sua lunga carriera Bonnefoit ha sperimentato diverse tecniche espressive, tutte rappresentate nella retrospettiva curata da Maurizio Vanni. La Galleria infatti espone un totale di circa 50 opere fra oli su tela e su tavola, tecniche miste, sumi-e, sculture e disegni. Il 5 luglio, fra le sue opere in mostra, l’artista francese si cimenterà in un sumi-e, tecnica orientale basata sull’utilizzo di fogli speciali e chine particolari dove il pennello non deve mai lasciare la carta. Questo tipo di tecnica presuppone che l’artista di fronte alla modella entri in una sorta di trance creativa e lavori sospinto da un vero e proprio stato di grazia.

L’istinto e la sensualità giocano infatti un ruolo fondamentale nella realizzazione di questo tipo di opera, che nasce nell’emisfero sinistro, quello emozionale, del cervello. Questo non significa che i soggetti, ritratti da Bonnefoit e riuniti da diverse collezioni private, e non, nella mostra di San Gimignano, si esauriscano nella raffigurazione delle forme di un corpo femminile. Al contrario, le opere dell’artista francese, ma toscano d’adozione, stupiscono, incuriosiscono, meravigliano chi si ferma davanti alla tela piuttosto che al blocco di marmo lavorato dalla sua mano. Quello che emerge è la percezione, come recita il titolo dell’esposizione, dell’anima della modella messa a nudo dall’artista perché rifletta l’interiorità di chi sta indagando l’opera in quel momento.

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ALAIN BONNEFOIT

Pittore, incisore e scultore, nasce a Parigi, nel quartiere di Montmartre, nel 1937. Dal 1953 frequenta l’École des Arts Appliqués e dal 1956 l’École des Beaux Arts di Parigi poi, dal 1959, anche l’École des Beaux Arts di Bruxelles (sezione “Incisione e scultura”). Dal 1961 pratica per due anni lo studio dello scultore Volti che diventerà suo maestro d’arte e di vita. Nel 1964 approda alla forma d’espressione che lo ha poi reso famoso, il nudo femminile. Nel 1965 si trasferisce in Toscana, pur mantenendo il proprio studio di Parigi. Il suo primo viaggio in Giappone avviene nel 1973: un’esperienza che lo segna profondamente. Lì scopre e studia la tecnica del sumi-e che approfondisce tornando spesso in Oriente e di cui oggi è maestro. In questi suoi quaranta anni di carriera, Bonnefoit ha sperimentato i più diversi mezzi espressivi: dalle tecniche miste su carta intelata, ai dipinti ad olio, alle litografie ed incisioni originali, ai suoi eleganti sumi-e fino alla scultura.

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Dalla fine degli anni Ottanta si segnalano importanti esposizioni a Parigi, Vichy, Angers, Toulouse, Sion, Le Havre, Bièvres, Metz, Juan-les-Pins, Venezia, Pisa, Firenze, Milano, Siena, Lille, Grenoble, Nantes, Marseille, Strasbourg, Reims e Brion. Dagli inizi degli anni Novanta la vera esplosione artistica: le richieste di mostre personali si moltiplicano rapidamente, così come il successo di critica e di pubblico. Rilevanti le mostre di Tokyo, Roma, Parigi, Losanna, Osaka, Orléans, Los Angeles, Luxembourg, Martigny, Firenze, Cannes, Bruxelles, Kyoto, Chaumont, Lyon, Certaldo, Bordeaux, Seoul, Ludwigshafen, Siena, Pietrasanta, Tahiti, New York, Kwangju, Napoli, ecc. Sue opere si trovano in strutture pubbliche giapponesi, coreane e francesi. Attualmente continua a vivere tra la Francia e l’Italia, che ormai considera come una seconda patria.

MAURIZIO VANNI

Museologo, critico, storico dell’arte e specialista in Art Management. Nel settore dell’arte ha da sempre svolto attività di curatore e di project organization, con la creazione di progetti culturali e sviluppo del relativo piano strategico e di comunicazione. Ha pubblicato 74 libri. Tra i volumi recenti: Surrealisti. Tra ragione e istinto, Gruppo Cobra. Creatività e provocazione, Il Nouveau Réalisme e la cultura contemporanea, André Masson. La ricerca dell’oltre, Robert Combas. Joke-r, Sandro Chia. La solitudine dell’eroe, Mondi paralleli. Ars Elettronica – Hybrid moments e Igor Mitoraj. Ferro. Ha tenuto conferenze, creato progetti museologici e curato più di 400 esposizioni d’arte in musei, fondazioni, università o importanti gallerie in Italia, Francia, Russia, Turchia, Lettonia, Germania, Argentina, Cina, Taiwan, ecc. È Direttore della Fondazione Dino Zoli Arte Contemporanea di Forlì ed è membro del Comitato Scientifico della Fondazione-Museo Primo Conti di Fiesole. Attualmente sta ordinando il Lu.C.C.A. (Lucca Center of Contemporary Art).

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