Dal 1 giugno negli spazi del MAD Murate Art District è visitabile Mapping The Rust, la ricerca fotografica di Michele Borzoni sulla crisi della classe operaia portata dalla globalizzazione e dai cambiamenti sociali. Il progetto è vincitore del Premio Basilico, riconoscimento dedicato al protagonista della fotografia internazionale Gabriele Basilico. Il premio è alla sua terza edizione ed è stato fortemente voluto dall’Ordine degli Architetti di Milano, dalla Fondazione Studio Marangoni e dall’Archivio Gabriele Basilico. Il vincitore ha ricevuto la possibilità di organizzare un progetto fotografico, pubblicarlo ed esporlo al MAD Murate Art District. L’iniziativa ha previsto anche una open call per partecipare ad un workshop gratuito con il fotografo Michele Borzoni le cui iscrizioni si sono chiuse il 9 maggio.
La ricerca fotografica di Mapping The Rust
La ricerca fotografica a cura di Michele Borzoni si concentra sul bacino minerario di Nord-pas de Calais anche conosciuto come “Rust Belt”. La zona è famosa per lo sfruttamento intensivo delle riserve di carbone dal diciassettesimo al ventesimo secolo, simile ad altre zone europee. La crisi economica e la pandemia da Covid-19 hanno inciso sulle situazioni economiche e sociali già precarie della zona, rendendola terreno fertile per i partiti di estrema destra e movimenti populisti. Mapping The Rust al MAD, Murate Art District indaga questo fenomeno sociale, politico ed economico e lo fa in maniera silenziosa, rendendoci spettatori del reale cambiamento del tessuto sociale.
Michele Borzoni nasce nel 1979 a Firenze. Nel 2006 si diploma a New York presso l’International Center of Photography in Documentary Photography and Photojournalism Program. È vincitore di vari premi tra cui Primo Premio Singles People in the News del World Press Photo 2010. Nel 2012 viene nominato da Photo District News come uno dei “30 new and emerging photographers to watch”. Membro fondatore del collettivo TerraProject Photographers, vede i suoi lavori esposti in varie mostre tra cui alcune al Maxxi Museum di Roma, all’Institut du Monde Arabe a Parigi.