L’auditorium, ristrutturato dalla Regione, riprende così la sua vocazione cinematografica. Qui, infatti, negli anni ’60-’70 operava un attivissimo cineforum universitario e qui, da martedì prossimo si inaugura “La memoria, la verità e le emozioni”, rassegna cinematografica voluta dalla Regione Toscana, in collaborazione con la sua Mediateca, per la Giornata 2010 della Memoria (si parte con La petite prairie aux bouleaux, di Marceline Loridan Ivens, regista francese sopravvissuta ad Auschwitz). Tutte le proiezioni (sette film fino a martedì 9 febbraio – inizio ore 18) saranno ospitate nel nuovo auditorium di via San Gallo.
“Il recupero di Sant’Apollonia – sottolinea Paolo Cocchi, assessore toscano alla Cultura – è stato finanziato con fondi regionali (6,5 milioni di euro) nell’ambito dell’accordo di programma stipulato tra Regione e Ministero per i beni culturali nel dicembre 1999”.
TRA STORIA E REPERTI. Si è trattato di un restauro complesso: nelle campagne di scavo (gennaio-novembre 2004, primavera-estate 2006) sono infatti state rinvenute sepolture e strutture, nonché oggetti e reperti, che raccontano la vita delle generazioni di monache Camaldolesi che in questo complesso hanno vissuto. L’ex convento – intitolato a Sant’Apollonia, martire cristiana del III secolo, morta ad Alessandria d’Egitto – venne fondato nel 1339 e ospitò religiose fino al 1886 quando i locali furono assegnati allo Stato.
UNA NECROPOLI SOTTO IL CONVENTO. Con la supervisione di Giuseppina Carlotta Cianferoni, della Soprintendenza Beni Archeologici della Toscana, gli scavi hanno inoltre permesso di confermare nell’area la presenza di una estesa necropoli interessata da vari tipi di sepolture risalenti al III-V secolo dopo Cristo (tra i rinvenimenti più interessanti, precisano gli archeologi, un “ustrinum” struttura per l’incinerazione dei morti, considerato un raro, se non unico, esempio nel territorio fiorentino).
UN CHIOSTRO MONUMENTALE. Nella chiesa del monastero, oggi auditorium, alcuni affreschi seicenteschi mentre l’importante affresco che abbellisce il cenacolo (L’Ultima cena – 1447 – con sopra, in un unico grande spazio pittorico, la Crocefissione, la Deposizione, la Resurrezione) inizialmente riferito a Paolo Uccello, è stato in seguito attribuito ad Andrea del Castagno (l’ambientazione è un tipico paesaggio appenninico, simile alla zona del Falterona di cui era originario Andrea del Castagno). Il grande chiostro a due piani (“della Badessa”) è tra i più ampi della città.
OGGI L’INAUGURAZIONE. Il nuovo spazio polivalente a servizio della città, viene inaugurato questo pomeriggio (ore 17) dal presidente Claudio Martini con un concerto (Quartetto in re minore K 421 di Mozart) offerto dalla Regione Toscana.