Dieci anni fa si trovava lì dove gli occhi del mondo erano puntati: Manhattan, stravolta dall’attentato alle Torri Gemelle. Aveva 18 anni ed era arrivata a New York in vacanza, per la prima volta. Franzisca Peltenburg, vive e lavora a Firenze. Ecco la sua testimonianza, alla vigilia del decimo anniversario dell’attacco al World Trade Center.
“Intorno alle nove ero in Central Park – racconta – ricordo un forte boato, ma la percezione di cosa fosse successo era molto vaga. New York è una città immensa le distanze sono così ampie, che io e le altre persone non comprendemmo subito la situazione. Poi l’incessante suono delle sirene, il passaggio degli elicotteri, i rumori che provenivano dalla città, ci hanno fatto capire che qualcosa non andava. Io sono venuta a sapere del crollo delle torri poco più tardi, tramite le immagini trasmesse dalla tv in un ristorante”.
Cos’è successo dopo?
“Ho deciso di avvicinarmi alla zona calda. La situazione era caotica, la gente era in strada: alcuni erano ancora inconsapevoli di quanto successo, altri erano allarmati. Ero disorientata. Le immagini che più mi sono rimaste sono quelle di una New York stravolta. Ricordo il fumo, le macchine dei pompieri che sfrecciavo a sirene spiegate. E poi grandi strade sbarrate dalla polizie, deserte e desolate”.
Dieci anni dopo che effetto fa rivedere quelle immagini?
I media ripropongono ogni anno in modo ossessivo le immagini della tragedia. Estremizzano il ricordo, lo enfatizzano in modo eccessivo. Tendo a non rivedere le immagini del crollo. Il ricordo di quel giorno lo porto dentro di me”.
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