I ricercatori dell’Ivalsa, Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree di Sesto Fiorentino, stanno sperimentando da alcuni anni la tecnica della crioconservazione e ne stanno valutando l’applicazione alla collezione di agrumi della Villa Medicea di Castello iniziata da Cosimo I de’Medici.
“La crioconservazione – ha spiegato Maurizio Lambardi, ricercatore del Ivalsa, nell’ambito di una lettura all’Accademia dei Georgofili – consiste nel conservare in azoto liquido, a -196 C°, una ampia varietà di organi vegetali, quali semi, gemme ed embrioni, bloccandone lo sviluppo attraverso un completo arresto del metabolismo delle cellule.
Un metodo che dà garanzia di preservare la biodiversità vegetale per un tempo praticamente illimitato, senza rischi di contaminazione, a basso costo e in uno spazio assai limitato. Una tecnica di grandi potenzialità applicative, se si considera che oggi oltre 100.000 specie vegetali, circa un terzo di quelle mondiali, sono considerate a rischio di erosione genetica.
Grazie a questa tecnica, già da anni utilizzata in zootecnia, ma di recente applicazione in ambito vegetale, possiamo, per dare un’idea, custodire in un contenitore da 35 litri di azoto liquido oltre 7.500 unità di conservazione che, ad esempio nel caso delle specie da frutto, permettono di replicare una collezione in campo pari a 4 ettari, abbattendo consistentemente i rischi di perdita per eventi climatici eccezionali o insorgenza di malattie.
Va comunque sottolineato che la crioconservazione si pone come sistema complementare, e non alternativo, delle pratiche tradizionali di conservazione della biodiversità vegetale, quali la conservazione in situ, le banche del seme e le collezioni di piante in campo”.
Nel mondo già si riscontrano i primi esempi di “criobanche” per la tutela della biodiversità; in Europa, ad esempio, si hanno importanti collezioni in azoto liquido di varietà di banana (in Belgio), di aglio (in Germania) e di cacao e caffè (in Francia).
Recentemente inoltre è stata inaugurata nelle Isole Svalbard all’estremo nord della Norvegia la “Banca Mondiale del Seme”, vera e propria “Arca di Noè” delle piante. In un tunnel scavato nella roccia saranno infatti conservati, ad una temperatura di tra i -10°C e i -20°C, milioni di campioni di vegetali che però saranno utilizzati, a differenza di quanto accade nelle normali banche del seme, solamente in caso di completa estinzione sulla superficie terrestre delle varie specie agricole.
“Quella degli agrumi della Villa Medicea di Castello – ha spiegato Lambardi – potrebbe costituire il primo esempio di criobanca italiana, mettendo in sicurezza questo importante germoplasma, costituito da antichi e preziosi esemplari di agrumi che, essendo collocati in grandi vasi di terracotta, sono costantemente a rischio di gelate, malattie e atti vandalici”.