A Firenze un giardino dedicato a Fedra Farolfi, in via del Saletto, all’Isolotto. Fiorentina d’adozione, Fedra Farolfi arrivò da Torrita di Siena giovanissima per lavorare in una famiglia come domestica. Anche per merito di un parente missionario, si dedicò al volontariato stando vicino e aiutando, anche concretamente, gli emigranti italiani all’estero. Un sostegno che poteva essere una lettera (e c’è una ricca corrispondenza di Fedra Farolfi con molti di loro) ma anche pacchi, aiuti concreti, iniziative a favore di queste persone che, partite per trovare una situazione migliore, spesso si trovavano in difficoltà.
Una donna del popolo di grande spessore umano
È stato l’assessore alla toponomastica e cultura della memoria di Palazzo Vecchio Alessandro Martini a ricordare Farolfi in una cerimonia in cui hanno partecipato anche il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni, Don Marco Domenico Viola, parroco di San Lorenzo e i familiari. Come ricordato da Martini si tratta di una donna del popolo di grande spessore umano che si dedicò al volontariato attivo a favore dei fiorentini partiti per trovare fortuna all’estero tanto da essere conosciuta come la ‘sorella degli emigranti. Un personaggio “straordinario, che rappresenta un prezioso esempio per tutti noi”.
Il tema dei migranti oggi: difficoltà e incomprensioni ma anche opportunità
Martini è poi passato alle tematiche attuali, affermando che che l’Italia negli ultimi anni è diventata destinazione di numerosi migranti con quello che ne consegue a livello di difficoltà e incomprensioni ma anche di opportunità: queste persone che fuggono da situazioni difficili “rappresentano una preziosa risorsa per la nostra comunità”.