Coltelli artigianali, con manici di corno di animale, legno e rifiniture in argento. Tutto made in Mugello e commercializzato rigorosamente a nero. Ammonta a 513 milioni di euro l’Iva evasa da una società mugellana, che organizzava le vendite tramite corriere espresso o posta.
PRESTANOME. A ricevere i pagamenti effettuati dai clienti in assegni o vaglia postali era il nipote del titolare della ditta, che, trattenuta per sé una percentuale del 3,5% dell’intero valore, girava la somma restante alla società dello zio.
LA RETE. Le spedizioni venivano effettuate in Sardegna e in diversi paesi stranieri, per lo più europei. Il giro delle vendite in nero è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Firenze grazie ai dati forniti dagli spedizionieri e alle risultanze delle indagini finanziarie, che hanno permesso di individuare tutte quelle movimentazioni di denaro in contante non inserite in contabilità. Collegata a tale impresa è risultata anche l’attività evasiva svolta da un artigiano che lavorava anch’egli a nero per conto della stessa società. L’artigiano, già dipendente di una società nel settore meccanico, a partire dal 2005 aveva fornito all’impresa di Scarperia coltelli di vario tipo completamente a nero.
MERCE DI PREGIO. Prodotti di pregio, quelli smerciati in questa maniera, valutati in diverse migliaia di euro, tant’è che i ricavi e l’Iva non dichiarati dalle due attività ammontano ad oltre mezzo milione di euro. L’attività era portata avanti all’interno di un garage di proprietà, dove erano stati collocati tutti gli attrezzi del mestiere (trapano a colonna, sega a nastro, morsa, piccolo tornio, smerigliatrice) nonché materie prime e di consumo (lastre in ottone, acciaio e alpaca, corna di bufalo). Lo stesso artigiano pubblicizzava i suoi coltelli su alcuni siti internet specializzati. Oltre alla società di Scarperia, i coltelli erano forniti anche a soggetti privati, amatori o collezionisti del settore, ed imprese commerciali.