Una “maratona”, poi il nuovo piano strutturale di Firenze è stato adottato.
IL VOTO. Il consiglio comunale ha adottato il nuovo piano con 30 voti favorevoli, 9 contrari e 5 astenuti. Il voto alla delibera che contiene il Piano è avvenuto a mezzanotte e 45 minuti di questa notte, dopo oltre 12 ore di lavori dell’assemblea sul voto ai 166 emendamenti presentati da maggioranza e opposizioni.
PIERGUIDI. Una “maratona”, dunque, come detto. “Mentre a Roma si chiude il Parlamento per una settimana, a Firenze si fa notte per adottare il nuovo Piano Strutturale”, ha commentato il consigliere del PD Michele Pierguidi. “In un momento difficile e confuso come quello che il nostro Paese sta attraversando, da Firenze arriva un messaggio molto chiaro: c’è ancora chi vive la politica come servizio alla comunità, e non si tira indietro, pur di portare all’adozione del consiglio comunale un atto fondamentale per il futuro della città, davanti a una seduta-fiume che sta andando avanti dalle 10 di questa mattina ed è tuttora in corso” ha aggiunto il consigliere democratico.
SPINI. Voto favorevole al piano è arrivanto anche da Valdo Spini. “Tre i motivi del mio voto a favore dell’adozione del piano strutturale: il primo, che taluni principi generali del piano appaiono interessanti; il secondo, che abbiamo ottenuto modifiche importanti introducendo la dimensione metropolitana, tutelando meglio i servizi per i cittadini, intervenendo per la difesa delle aree alberate nella realizzazione dei parcheggi sotterranei, eliminando la previsione del pedaggio sui viali ottocenteschi, ottenendo l’impegno all’elaborazione di un vero e proprio piano per la mobilità. Queste ed altre modifiche conseguite devono essere sottolineate; il terzo, che vogliamo operare per rafforzare, in questa difficile situazione, il centro-sinistra e la sinistra nel quadro politico comunale”.
BONIFAZI E DORMENTONI. “Siamo molto soddisfatti del fatto che il Sindaco abbia fatto propri sin dall’inizio i 12 emendamenti presentanti dal gruppo Pd, così come altri dei gruppi di maggioranza e anche di gruppi di minoranza (Spini, FLI, gruppo Misto verso il PDN” . E’ quanto affermano il capogruppo del Pd Francesco Bonifazi e il consigliere Mirko Dormentoni. “Quesi emendamenti – spiegano Bonifazi e Dormentoni- portano miglioramenti, grazie ad una reale e forte partecipazione di tutti i gruppi consiliari e della commissione urbanistica. Abbiamo ascoltato molti soggetti, a partire dai sindacati e dalle associzioni di categoria, abbiamo elaborato alcuni approfondimenti nell’ambito del lavoro di questi ultimi tre mesi ed abbiamo valorizzato il contributo contenuto nei pareri dei Consigli di Quartiere, tutti molto seri, ben fatti e in una visione non particolaristica”. Ecco in sintesi gli argomenti trattati nei 12 emendamenti:più edilizia sociale, limiti per il commercio di media dimesione in centro da rivedere, privilegiare le aree pubbliche per l’atterraggio dei trasferimenti, viali da dedicare al trasporto pubblico e la mobilità elementare, particolari attenzioni ambientali prima di progettare alcune nuove infrastrtture viarie nei quartieri 4 e 5, interramento di viale guidoni per fare una grande piazza davanti al palazzo di giustizia, recupero e apertura al pubblico del parco dell’acquedotto di Mantignano, allargamento del parco del Mensola. In particolare al gruppo Pd preme evidenziare l’emendamento numero uno sull’housing sociale, che stabilisce che “la trasformazione degli immobili pervenuti al Comune attraverso il federalismo demaniale dovrà prevedere un corretto mix funzionale garantendo una quota prevalente di housing sociale. Inoltre nei casi in cui il Comune proceda al riutilizzo di immobili di sua proprietà, dovrà essere sempre valutata la possibilità di inserire una quota di housing sociale”.
GALLI. Diversa, ovviamente, la valutazione del capogruppo del PdL Giovanni Galli. “Oggi il voto a questo piano strutturale non può trovarci favorevoli. Tuttavia, con senso di responsabilità nei confronti della città, ci impegneremo nei prossimi mesi come PdL a intervenire nell’iter di definizione del piano per apportare i miglioramenti a nostro parere necessari – ha detto Galli nel suo intervento – Entrando nel merito dell’atto portato oggi in consiglio dal sindaco-assessore Renzi, dobbiamo innanzitutto sfatare l’ormai famoso slogan dei volumi zero. Nella realtà le cose stanno diversamente: attraverso il concetto di perequazione inserito nel piano, infatti, i volumi da costruire – fuori dai contenitori dismessi – ci saranno, eccome. Si stabilisce infatti che un intervento previsto in un’area, attraverso l’accordo tra privato e Comune (che lo richieda), possa essere spostato altrove. Il che pone un altro, grave problema: quello del rispetto del valore della proprietà, che certo non è lo stesso in centro storico o alle Piagge, per fare un esempio. Non solo: nel piano è scritto chiaramente che, laddove il privato non accettasse l’area indicatagli dall’amministrazione, non gli sarà possibile che ristrutturare l’esistente senza poter cambiare la destinazione d’uso in residenza. Se davvero si vuole usare questo strumento, occorre – come avviene a Bologna – classificare le aree, stabilire per ogni area un ‘indice perequativo’ e incentivare i privati attraverso un meccanismo di premialità. Tutto questo nel piano Renzi, invece, non c’è. Passiamo poi ai veri punti dolenti del piano, che riguardano le infrastrutture. Al capitolo viabilità, l’unica infrastruttura davvero indispensabile – il cosiddetto passante urbano – nel piano compare solo come studio di fattibilità e non entra nella previsione del piano stesso. Un buco nell’acqua clamoroso. Ma non basta: non c’è, in realtà, in questo piano, un disegno della mobilità pubblica e privata, che preveda un sistema di parcheggi e infrastrutture in grado di liberare Firenze dalla morsa del traffico. Risposte vaghe troviamo purtroppo anche riguardo alle infrastrutture di collegamento di Firenze al resto dell’Italia e del mondo: Alta Velocità e aeroporto. Qual è l’idea di sviluppo della città di questa giunta? Non lo abbiamo capito.
E si resta sul vago anche all’altro capitolo cruciale del recupero dei contenitori e delle aree dismesse. Per chiudere questa breve carrellata che motiva la nostra contrarietà a questo piano strutturale, sottolineiamo l’altra decisiva criticità: la copertura finanziaria degli interventi previsti”.
DE ZORDO. “Voto contrario malgrado i principi condivisibili”: questa posizione di Ornella De Zordo. “perUnaltracittà esprime voto contrario all’adozione del Piano strutturale perché, pur riconoscendo che i principi ispiratori sono del tutto condivisibili, non riscontriamo l’attualizzazione di tali principi nel progetto di Piano, coi suoi 3,9 milioni circa di metri cubi previsti e con i 50mila metri quadrati di nuovo suolo che consente di consumare. Il Piano recepisce inoltre in modo acritico insediamenti altamente impattanti e discussi come Castello (coi suoi 1.300.000 metri cubi di cemento), un intervento che stravolge gli equilibri urbani e territoriali e non contribuisce a risolvere nessuno dei problemi o delle esigenze della città, e il completamento dell’area ex Fiat di Novoli con i restanti 44mila metri quadrati del vecchio Piano di recupero che nella sostanza qui si conferma. Al di là di questi insediamenti, il dimensionamento previsto è eccessivo (1.245mila metri quadrati) , secondo noi riducibile per più di un terzo. Vi sono poi grandi infrastrutture della mobilità quali il Passante urbano che devono essere subordinate al trasporto pubblico, oltre alla conferma del tunnel Tav che abbiamo chiesto di stralciare. Infine l’elaborazione dei principali elementi statutari costituenti il fondamento del Piano (invarianti e statuto del territorio) non risponde appieno alle complessità che devono rappresentare”.
RAZZANELLI. “Scongiurato il piano scellerato di Domenici, si aprono nuovi orizzonti per Firenze. Da chiarire però i nodi per noi più importanti: aeroporto, Tav e la linea 3 della tramvia: questa l’estrema sintesi dell’intervento del capogruppo di Lega Nord Toscana Mario Razzanelli.
PIANO A “VOLUMI ZERO”. Il sindaco Matteo Renzi ha fortemente desiderato che si approvasse il primo piano strutturale in Italia “a volumi zero” che comprende alcune direttive quali lo stop al consumo di suolo a favore del recupero e del riuso dell’edilizia esistente, ma anche la necessità di esprimere massimo rigore sul risparmio energetico.
INGRESSO IN CENTRO. Direttiva interessante è quella che propone, per un prossimo futuro, l’ingresso in centro solamente con auto elettriche dotate di “ecopass” non economico, ma ambientale.