venerdì, 19 Aprile 2024
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Ancora un maxi-sequestro di merce contraffatta, tra borse e cinture

La guardia di finanza ha sequestrato oltre 12mila oggetti di pregio nell'hinterland fiorentino. Il laboratorio scoperto era dotato di macchine ed attrezzature, e il lavoro era svolto soprattutto di notte e nei weekend.

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Ancora un maxi-sequestro di merce contraffatta da parte della guardia di finanza nell’hinterland fiorentino.

IL SEQUESTRO. Il sequestro questa volta ha interessato oltre 12mila oggetti di pregio: borse, portafogli e cinture che riportavano le scritte Gucci, Fendi, Hermes, Prada, Burberry, Chanel e Givenchy, ”identici” – spiega la guardia di finanza – in ogni minimo particolare rispetto agli originali. Sono stati sequestrati 12.912 oggetti di pelle lavorati e semilavorati; 412 metri di tessuto; 32 kg di pelle; 8 kg di minuteria metallica; 3 punzoni per imprimere i nomi dei marchi; 103 punzoni per codifiche alfanumeriche; 6 macchine per pelletteria (2 per cucire, 1 scarnitrice, 1 punzonatrice, 1 incollatrice, 1 scartatrice).

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LE INDAGINI. I finanzieri del Gruppo di Firenze sono giunti a individuare “l’opificio del falso” dopo alcune, approfondite indagini partite dal controllo di soggetti italiani con “precedenti” per la produzione e commercio di prodotti contraffatti di alta moda. La società, che si trovava nella periferia di Scandicci e gestita da un quarantanovenne qua residente, era condotta da due italiani aiutati da un francese (originario del Congo) e da un cittadino originario di Taiwan. Il laboratorio – spiehano ancora le Fiamme Gialle – era dotato di macchine e attrezzature che consentivano il ciclo completo di produzione di borse, cinture e portafogli. All’interno della manifattura sono stati ritrovati anche disegni e riproduzioni degli ultimi modelli di articoli in pelle delle citate case di moda.

LA MERCE. Particolare attenzione – racconta la gdf – era dato a ogni minimo dettaglio dell’oggetto in pelle: dalle materie prime (alcune borse Hermes erano confezionate con pregiate pelli di alligatore provenienti dagli Usa) alla minuteria metallica (fibbie e lucchetti riprodotti con minuziosa precisione e metalli di pregio); dalle buste e scatole per le confezioni ai certificati di garanzia. La lavorazione e le rifiniture delle finte borse Hermes erano effettuate a mano. I prodotti di pregio, tenuto conto anche dell’alto costo di vendita, erano diretti principalmente al mercato internazionale (Nord America, Est Asiatico e Russia).

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LE DENUNCE. L’attività lavorativa – conclude la finanza – era svolta principalmente nelle ore serali o notturne e nei weekend, per sfuggire a possibili controlli delle forze dell’ordine. I quattro soggetti (due italiani, un francese e un taiwanese) sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria di Firenze per il reato di produzione di merce contraffatta.

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