La battaglia contro la caccia selvaggia ha già una sua triste bandiera. E’ l’esemplare di cicogna nera abbattuta in Toscana a colpi di fucile. La stagione si è aperta questa mattina, a suon di violazioni alle regole, multe e incidenti.
INCIDENTI. Ci sono gli incidenti tra cacciatori, come quello accaduto in provincia di Ascolti Piceno dove un uomo è stato raggiunto dai pallini partiti dal fucile del padre caduto a terra, le multe emesse per continue violazioni da parte delle guardie volontarie venatorie del Wwf, ci sono i Centri Recupero Animali Selvatici dell’associazione in piena attività con rapaci come gheppi, poiane ma anche aironi tutti feriti da armi da fuoco.
L’ICONA. L’icona eletta dal Wwf a rappresentazione del mancato rispetto delle specie più rare e protette del nostro paese è l’esemplare di Cicogna nera abbattuta a colpi di fucile nel padule di Fucecchio. Proprio per quest’area il Wwf aveva da tempo chiesto di istituire un’area protetta essendo l’ultima grande zona umida della Toscana ancora priva di tutela. La cicogna nera era stata avvistata da alcune settimane assieme ad un gruppo di cicogne bianche dal Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio e segnalata a tutti gli organi di vigilanza.
SOLO 10 COPPIE. “Impossibile non riconoscere un esemplare di Cicogna nera – ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF – Il tipo di volo, le dimensioni e i colori ne fanno una specie inconfondibile. Chi ha sparato contro questo animale, di cui restano solo circa 10 coppie nidificanti nel nostro paese e per questo considerato rarissimo, aveva tutta l’intenzione di abbatterla magari portandosi il trofeo in casa. E’ un gesto che simboleggia quanto la caccia in Italia sia un’attività incompatibile con la ricchezza di biodiversità del nostro paese, con la sicurezza e soprattutto con le norme europee che vietano rigorosamente di sparare a specie rare e per questo protette e impongono di tutelare anche quelle cacciabili”.
“Inoltre – conclude Pratesi – la caccia in Italia viene ancora svolta in periodi delicatissimi per la riproduzione di molte specie animali come è accaduto con le preaperture decise in molte regioni e che per questo violano le stesse indicazioni Ue oggi anche Legge dello Stato”.