Sono stati oltre 1.500 i casi di violenza registrati in Toscana nei primi 6 mesi del 2014 facendo ricorso al “codice rosa”, il codice che permette di denunciare qualsiasi tipo di violenza senza distinguere genere o età di chi l'ha subita. Attivo in tutte e 16 le aziende ospedaliere toscane, il codice rosa – viene spiegato – si è dimostrato fondamentale nell'assistenza alle vittime di violenze. Attraverso questo percorso è infatti possibile riconoscere e perseguire quanti commettono violenza o abusi sulle fasce più deboli della popolazione.
oltre 1500 casi in un semestre
Dal 2012, anno in cui le Asl toscane hanno iniziato a introdurre il codice rosa, molti sono i casi di violenza registrati proprio attraverso questo percorso. Proprio nel 2012, quando a introdurre questo codice furono 4 aziende ospedaliere, si registrarono ben 1.445 i casi. Nel 2013, con il codice rosa attivo in 10 aziende ospedaliere, gli episodi di violenza denunciati raddoppiarono arrivando a 2.998.
Nel primo semestre del 2014, col servizio attivo in tutte e 14 le aziende ospedaliere, i casi registrati sono stati 1.665, di cui 1.472 su adulti (1.367 maltrattamenti, 64 abusi, 41 stalking), e 193 su minori (164 maltrattamenti e 29 abusi). Tra gli adulti, le più colpite sono le donne (84% dei casi), in particolar modo quelle tra i 30 e i 49 anni. Anche nei minori, seppur con percentuali più basse, i maltrattamenti vengono subiti maggiormente dal sesso femminile (52% dei casi), soprattutto nelle bambine tra i 7 e gli 11 anni e quelle tra i 12 e i 14.
riconoscere le violenze e intervenire
È il lavoro di squadra da parte delle equipe mediche e di quanti operano nel sociale (psicologi e assistenti sociali, ma anche magistratura e forze dell'ordine) che porta a far emergere episodi di violenza, a sostenere le vittime e perseguire i responsabili. Quello previsto dal codice rosa è un lavoro delicato, da svolgere con molta cura e attenzione: non sempre i segni delle violenze sono palesi; solo l'occhio attento del personale può riuscire a riconoscere i segni di violenze e abusi. Grazie a un'azione formativa specifica, svolta in collaborazione con il Meyer, il personale del pronto soccorso è in grado di contribuire al riconoscimento dei casi e raccordarsi con le forze dell'ordine e le Procure per interrompere storie di violenze troppo spesso collocate all'interno delle mura familiari.
“Con l'estensione del progetto Codice Rosa a tutte le aziende toscane – dice l'assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni – in ogni azienda è ora attivo un gruppo che opera raccordandosi con la realtà territoriale dei consultori, si armonizza con la storica rete dei centri antiviolenza e delle associazioni di volontariato, con le Forze dell'ordine e le Procure della Repubblica per l'attività di indagine e repressione dei reati”.