Un vero e proprio bagno di folla. C’erano più di tremila persone, sabato, ad assistere all’intervento del segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani alla Festa Democratica delle Cascine. Il segretario è arrivato sul palco dopo essere passato dai vari stand della festa, stringendo mani ai volontari e facendo foto con loro. Poi, una volta raggiunto il palco, è stato accolto da sventolii di bandiere del Pd (ieri sì che c’erano) e cori da stadio “Un segretario, c’è solo un segretario…”.
I VOLONTARI. E il discorso di Bersani parte proprio da loro, da quei volontari che, a Firenze come nelle altre città d’Italia, hanno permesso anche quest’anno la riuscita della festa. “Sono l’esempio da seguire – ha detto il segretario del Pd – quelli meno giovani di loro ci sono sempre stati, c’erano nei giorni belli e in quelli brutti. Sono l’esempio che non possiamo arrenderci alla prima difficoltà”.
VIDEO – L’ARRIVO DI BERSANI ALLA FESTA:
{youtube}6X2VrmlkQ4o{/youtube}
LA FEBBRE DELL’ITALIA. E’ un “partito popolare”, il Pd, quello descritto da Bersani, che ripete più volte questo concetto. Poi il segretario fa un’analisi del momento che sta attraversando l’Italia (“quando sento dire che le cose vanno meglio io dico: ma che termometro usate per dirlo? Purtroppo abbiamo ancora la febbre piuttosto alta”), insiste sul tema degli esodati, situazione che va risolta, spiega che “la credibilità e il rigore del governo Monti sono punti di non ritorno: noi ci vogliamo mettere più lavoro, più uguaglianze e più diritti”.
GRILLO, BERLUSCONI E PRIMARIE. Attacca Grillo senza pronunciare il suo nome (“un Paese non può essere comandato da uno che comanda stando in un tabernacolo, il tabernacolo della rete”), fa invece più volte quello di Berlusconi (“quando va in vacanza è il momento più pericoloso…”), poi affronta il tema delle primarie: “In nome dell’Italia attiveremo un grande processo di partecipazione per dare il nostro contributo ad accorciare il distacco tra politica e società. Le nostre primarie le facciamo per l’Italia, ho voluto che fossero aperte, volevo trasmettere un’idea”, dice. Un’idea che riassume in una classifica: “Le cose che contano sono: 1) l’Italia; 2) il Pd; 3) le ambizioni personali. Ma solo dopo l’Italia e il partito”. E giù una valanga di applausi.
DENTRO AL PD. Poi parla dei rapporti interni al Pd. “Certo che se ci martelliamo da noi… ci sono già gli altri che ci martellano per mestiere” (applausi). E ancora: “Le primarie le voglio amichevoli, io non criticherò quel che dice Renzi (sono le 19,54 quando nomina Renzi per la prima volta, dopo almeno un’ora di discorso, ndr), io dirò solo quel che dico io”. Sulla partecipazione alle primarie fa un “appello a Pdl, Grillo e Lega: fatevi le vostre primarie, penserete mica di mandare la vosra gente alle nostre… ma se non fate le vostre primarie riposatevi”.
“FORZA CHE VINCIAMO”. “Abbiamo un sacco di energie che non sono giovani solo all’anagrafe, ma giovani di lungo corso. Non transigo sul rispetto di chi ci ha portati fin qui”, continua Bersani. Che conclude urlando al pubblico: “Forza che si vince, forza che si cambia l’Italia”. Ancora applausi, cori, strette di mano e sventolio di bandiere.
LE IMMAGINI:
{phocagallery view=category|categoryid=476|limitstart=0|limitcount=0}