venerdì, 26 Aprile 2024
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Di che colore sei, Firenze?

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Si tratta di “Firenze in_colore”, la ricerca condotta dal Dires (dipartimento di restauro e conservazione dei beni architettonici) dell’Università di Firenze e sponsorizzata dalla Sikkens azienda leader nel settore delle vernici e dei sistemi per il restauro e l’edilizia.

Lo studio, che sarà presentato venerdì 31 ottobre a Palazzo Vecchio nell’ambito delle iniziative di “FIRENZE 1000. Il modello di città”, è stato illustrata in anteprima oggi dall’assessore all’urbanistica Gianni Biagi, dal coordinatore del progetto Giuseppe Centauro e da Armando Fagotto di Sikkens. Era presente anche Carlo Francini responsabile dell’ufficio Unesco del Comune.

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“Questo studio ha l’obiettivo di fornire uno strumento di riflessione sulle modalità di conservazione del centro storico, e sul colore della città storica. Ma – ha precisato l’assessore Biagi – non si tratta di introdurre un nuovo piano del colore. Lo scopo di questa ricerca, che sarà inserita nel prossimo Regolamento urbanistico, è diverso. Ovvero mettere a disposizione dell’Amministrazione, dei professionisti e dei cittadini una sorta di vademecum di come sono stati realizzati i paramenti esterni della città sia per quanto riguarda i colori che i materiali, in modo da fornire una guida per gli interventi di manutenzione, restauro e conservazione”. 

Non sarà dunque una serie di indicazioni rigide su materiali e colori, ma un spunto di riflessione su come era la città e dei suggerimenti per ricordare e quindi anche ricreare quell’identità andata perduta nel corso dei cambiamenti storici.

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“Il centro storico di Firenze è una zona molto vitale della città – ha dichiarato l’assessore Biagi – oltre ad essere uno dei luoghi dell’immaginario collettivo mondiale. Qui si svolge la vita quotidiana di migliaia di persone: vi abitano quasi 60mila persone e altrettante ci lavorano o ne usufruiscono i servizi, senza dimenticare i turisti che, a migliaia, la visitano tutti i giorni. E’ con questi dati che si devono confrontare le politiche di conservazione e gli interventi sulla città”.

La ricerca ha prodotto, in particolare, lo studio di tavolozze cromatiche indicative dei colori dell’edilizia storica, articolate in basamenti, cornici e fondi, poste a confronto con i colori delle matrici minerali (ovvero le componenti minerali con cui un tempo erano prodotti i colori) che le hanno generate o accompagnate nel percorso storico evolutivo seguito dalla città.

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