mercoledì, 24 Aprile 2024
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Donne e lavoro, in Toscana salari ancora più bassi

Donne lavoratrici, in Toscana la parità dei salari è ancora più lontana. A fronte di uno stesso posto di lavoro da dipendente, il gentil sesso guadagna il 16,18% in meno dei colleghi, contro il 14,53% in meno segnato dalla media nazionale.

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Va anche peggio per le lavoratrici indipendenti, che intascano il 30,26% in meno rispetto agli uomini (28,30% a livello nazionale).

Una realtà di fatto, ma anche un terreno di sfida per la piena realizzazione della parità di genere, che viene ora documentato nella ricerca “Uguale salario per uguale lavoro? Ricerca sui differenziali retributivi tra donne e uomini in Toscana”. Promossa dalla consigliera di pari opportunità della Toscana Marina Capponi e curata dalla sociologa Mirella Giannini e dalla giurista Roberta Bortone, l’indagine è stata illustrata oggi a Palazzo Medici Riccardi, presente il vicepresidente della Regione Federico Gelli, che tra le sue deleghe ha anche quella alle pari opportunità.

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“Anche nell’Unione europea – ha sottolineato Gelli – una donna deve lavorare 418 giorni per guadagnare quanto un uomo guadagna in un anno. E che si tratti di donne manager o di impiegate, di imprenditrici od operaie, il risultato non cambia: le buste paga sono sempre più leggere. La parità di salario e più in genere di reddito si presenta come uno degli obiettivi più ambiziosi e più difficili da raggiungere”.

“Anche in Toscana – sottolinea l’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini – le differenze di reddito emergono nettamente. L’indagine diretta mostra che sopra i 1.400 euro netti mensili si colloca il 50,3% degli occupati maschi e solo il 21,1% delle donne occupate. Per superare tale livello di reddito le donne devono superare più prove e più ostacoli degli uomini, per i quali per raggiungere un reddito più elevato contano di più l’estrazione sociale e lo status occupazionale raggiunto”.

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“La sfida delle pari opportunità di genere – conclude – sia per il reddito che per gli altri aspetti della condizione socio-professionale implica da parte della Regione e delle parti sociali una grande attenzione, che deve essere rafforzata a fronte della grave crisi in atto”.

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