Vilson era a capo di una banda di spacciatori, tutti cittadini albanesi, che si riuniva abitualmente al Tempietto del Nottolini, una località fuori Lucca piuttosto isolata. La menomazione non impediva all’arrestato di controllare il movimento di notevoli quantità di droga, né di impartire ordini ai suoi sottoposti: era solito infatti impiegare i suoi ‘uomini’ per minacciare i clienti in ritardo con i pagamenti. La polizia ha accertato almeno tre episodi di questo tipo.
La banda si riforniva da un importatore di cocaina albanese residente a Firenze e da un altro connazionale che abita a Ciriè, in provincia di Torino.