Voto disgiunto, che cos’è e come si fa a darlo? In vista delle elezioni comunali 2019 previste domenica 26 maggio sono tanti i dubbi degli elettori: a Firenze, come nelle altre città italiane con più di 15mila abitanti, è prevista la possibilità di dare il cosiddetto “voto disgiunto” ossia scegliere il candidato sindaco di uno schieramento, ma allo stesso tempo i candidati per il Consiglio comunale di un’altra parte politica.
In parole povere se all’elettore piace una lista, ma non il sindaco sostenuto da quella stessa lista, ha una possibilità di scelta per le prossime amministrative. Bisogna però sapere in dettaglio come funziona, per non incorrere nel rischio di vedersi annullare la scheda.
Come si vota per le comunali 2019 a Firenze
Iniziamo dalle “basi”. Come spieghiamo nella nostra guida alle elezioni fiorentine è possibile votare in 3 modi.
1.Per prima cosa è possibile tracciare un segno soltanto sul nome del candidato sindaco, in questo caso il voto va solo all’aspirante primo cittadino e non alle liste o ai partiti che lo sostengono.
2. Nel secondo caso è possibile tracciare un segno sul simbolo di una delle liste collegate al candidato sindaco prescelto e, se si vuole, scrivere accanto al simbolo fino a 2 preferenze per i consiglieri comunali (nel caso di due preferenze devono essere necessariamente un uomo e una donna, pena l’annullamento dell’ultima preferenza). In questo modo il voto sarà assegnato sia alla lista di candidati consiglieri sia al candidato sindaco. E’ accettato anche che vengano tracciati due segni: uno sulla lista e uno sul candidato sindaco.
Il voto disgiunto, come funziona
E qui arriviamo al nocciolo della questione.
3. La terza opzione è voto disgiunto previsto, come detto, nelle elezioni comunali delle città con più di 15mila abitanti. A Firenze quindi sarà possibile anche tracciare un segno sul candidato sindaco che si è scelto e un secondo segno su una lista che non sostiene quel candidato sindaco. Cosa succede? In questo caso il voto viene attribuito al candidato e alla lista non collegata.
Attenzione all’errore
Non è possibile invece votare due liste di candidati per il Consiglio comunale. Il segno deve essere tracciato sul simbolo di una sola lista.
Un esempio concreto di voto disgiunto per le comunali 2019
Prendiamo un caso semplice: due candidati sindaci, il signor Rossi e il signor Bianchi, ognuno sostenuto da una lista. La lista collegata al signor Rossi è la lista A, la lista in supporto del signor Bianchi è invece la lista B.
Nel caso di voto disgiunto l’elettore traccia un segno sul nome del signor Rossi, ma non vota il simbolo della lista collegata (lista A), scegliendo invece di mettere un segno sul simbolo della lista B. In questo modo come sindaco sarà eletto il signor Rossi, ma in consiglio comunale siederanno i consiglieri della lista B, della parte politica avversaria. Sul sito del Ministero dell’Interno si trovano i dubbi più comuni sul voto alle amministrative del 26 maggio.
E il voto nei quartieri? No al voto disgiunto
Discorso diverso per le elezioni di Quartiere a Firenze (qui il nostro approfondimento), con la scheda verde. In questo caso non è possibile esprimere un voto disgiunto: si traccia un segno sul candidato presidente di Quartiere e/o su una delle liste collegate indicando un massimo di 2 preferenze, secondo la regola dell’alternanza di genere (uomo/donna o donna/uomo).