domenica, 15 Dicembre 2024
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Firenze, 18 ragazzi su 100 lasciano la scuola superiore

A Firenze ogni anno 18 ragazzi su cento abbandonano la scuola superiore. Il punto è stato fatto oggi, 3 novembre in Palazzo Medici Riccardi durante un incontro degli assessori alla Pubblica Istruzione Giovanni Di Fede e alla Formazione Elisa Simoni con il Prof. Valerio Vagnoli ed esponenti del ‘Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità’.

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Non sono confortanti i dati emersi oggi, 3 novembre, dall’incontro tra gli assessori alla Pubblica Istruzione Giovanni Di Fede e alla Formazione Elisa Simoni con il Prof. Valerio Vagnoli ed esponenti del ‘Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità’. 

Ogni anno, infatti, soprattutto nelle prime classi degli istituti professionali, si verifica un numero molto alto di insuccessi scolastici e non sono pochi i ragazzi che abbandonano la frequenza ben prima dei sedici anni. A Firenze e nella sua provincia sono, in media, 18 studenti su cento, ma in alcuni casi – come negli istituti alberghieri – si arriverebbe anche al 50%.

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“Noi non mancheremo di fare la nostra parte”, sottolineano Di Fede e Simoni, che stanno elaborando un sistema di integrazione tra istruzione e formazione “che possa rappresentare una risposta a chi perde fiducia in se stesso e nella scuola. Il nostro obiettivo è quello di recuperare i ragazzi usciti dal percorso scolastico e evitare nuovi casi di dispersione”.

In particolare, saranno attivati 28 diversi progetti, rivolti agli studenti dei terzi anni professionalizzanti (ma anche ai giovani, sotto i 18 anni, che hanno abbandonato gli studi) e riguardanti varie competenze professionali distribuite su tutto il territorio. Con questi progetti si vuole offrire ai ragazzi la possibilità di impegnarsi in attività pratiche che possano valorizzare le loro capacità.

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 “Siamo convinti – spiega per parte sua Vagnoli – che l’obbiettivo di creare le condizioni di una maggiore uguaglianza sia più concretamente perseguibile dando ai ragazzi più opportunità di valorizzare i loro talenti: c’è come un ‘tradimento’ delle loro aspettative da parte di una scuola che alle attività laboratoriali, cioè quelle più vicine ai loro interessi e alle loro capacità, riserva in realtà uno spazio assai limitato”. “Per questa ragione – ha continuato Vagnoli – chiederemo alla Regione Toscana di estendere il progetto anche alle prime classi. I ragazzi, infatti, spesso abbandonano gli studi proprio perché, trovandosi di fronte a un’offerta esclusivamente teorica, si convincono di aver sbagliato a scegliere il tipo di scuola”.

 

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