Non sono confortanti i dati emersi oggi, 3 novembre, dall’incontro tra gli assessori alla Pubblica Istruzione Giovanni Di Fede e alla Formazione Elisa Simoni con il Prof. Valerio Vagnoli ed esponenti del ‘Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità’.
Ogni anno, infatti, soprattutto nelle prime classi degli istituti professionali, si verifica un numero molto alto di insuccessi scolastici e non sono pochi i ragazzi che abbandonano la frequenza ben prima dei sedici anni. A Firenze e nella sua provincia sono, in media, 18 studenti su cento, ma in alcuni casi – come negli istituti alberghieri – si arriverebbe anche al 50%.
“Noi non mancheremo di fare la nostra parte”, sottolineano Di Fede e Simoni, che stanno elaborando un sistema di integrazione tra istruzione e formazione “che possa rappresentare una risposta a chi perde fiducia in se stesso e nella scuola. Il nostro obiettivo è quello di recuperare i ragazzi usciti dal percorso scolastico e evitare nuovi casi di dispersione”.
In particolare, saranno attivati 28 diversi progetti, rivolti agli studenti dei terzi anni professionalizzanti (ma anche ai giovani, sotto i 18 anni, che hanno abbandonato gli studi) e riguardanti varie competenze professionali distribuite su tutto il territorio. Con questi progetti si vuole offrire ai ragazzi la possibilità di impegnarsi in attività pratiche che possano valorizzare le loro capacità.
“Siamo convinti – spiega per parte sua Vagnoli – che l’obbiettivo di creare le condizioni di una maggiore uguaglianza sia più concretamente perseguibile dando ai ragazzi più opportunità di valorizzare i loro talenti: c’è come un ‘tradimento’ delle loro aspettative da parte di una scuola che alle attività laboratoriali, cioè quelle più vicine ai loro interessi e alle loro capacità, riserva in realtà uno spazio assai limitato”. “Per questa ragione – ha continuato Vagnoli – chiederemo alla Regione Toscana di estendere il progetto anche alle prime classi. I ragazzi, infatti, spesso abbandonano gli studi proprio perché, trovandosi di fronte a un’offerta esclusivamente teorica, si convincono di aver sbagliato a scegliere il tipo di scuola”.