sabato, 14 Dicembre 2024
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Fitoterapia, attenzione alla Berberina, favorisce trombosi

Attenzione alla Berberina, farmaco naturale in libero commercio in Italia. Il Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana ha segnalato al Ministero della Salute che l'alcaloide in questione, noto per abbassare il colesterolo, favorisce la trombosi.

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Si tratta di un alcaloide presente in varie piante, tra cui l’Idraste (Hydrastis canadensis). “E’ opportuno che questi dati vengano rapidamente esaminati – spiega il professor Fabio Firenzuoli, presidente dell’Associazione nazionale dei medici fitoterapeuti (Anmfit), nonché direttore del Centro per la Fitoterapia toscano – Si tratta infatti di programmare una serie di studi clinici finalizzati, prima di tutto, a dimostrare e garantire l’uso di questa sostanza”.

Il problema della prove scientifiche, sia in termini di efficacia che di sicurezza, è in effetti talmente sentito, da essere oggetto di uno specifico convegno sulla fitoterapia e l’agopuntura in programma Firenze il prossimo primo marzo, promosso dalla Commissione di Bioetica della Regione Toscana. Gli alcaloidi, ricorda il professore, sono composti chimici presenti nelle piante e sono spesso attivi anche a dosi bassissime.

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Non di rado capita anche che siano responsabili di effetti collaterali non banali, soprattutto quando vengono utilizzati puri, cioè isolati dal loro contesto. Esempio classico è la morfina, uno dei tanti alcalodi presenti nel papavero da oppio. La morfina pura, potente analgesico, arriva a provocare arresti respiratori. In piccole dosi all’interno del decotto di papavero, è invece ottima per favorire il sonno.

Fenomeni analoghi accadono con l’Idraste e la Berberina. La pianta medicinale ha note proprietà disinfettanti ed è usata contro la diarrea, come stimolante uterino e come immunostimolante. Per precauzione, tuttavia, lo stesso Ministero non consente l’uso della pianta all’interno di integratori vegetali. Malgrado ciò la Berberina pura, che sia ottenuta dall’Idraste o da altre piante, anche ad alto dosaggio, è in commercio da alcuni anni, consigliata come prodotto naturale, sicuro ed efficace, appunto per abbassare il colesterolo.

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“Ma quando questi principi attivi vengono estrapolati dal loro contesto naturale – avverte Firenzuoli – possono scatenare attività farmacologiche e tossicologiche diverse e imprevedibili. Né va dimenticato che gli studi clinici effettuati per dimostrare l’efficacia di una terapia non sono adeguati a studiarne anche la sicurezza, a meno che non sia coinvolto un congruo campione di pazienti”.

Recenti lavori sperimentali condotti in Svizzera su cavie e cellule endoteliali umane dimostrano che la Berberina ha effetti cosiddetti pro aterogeni e pro trombotici, cioè l’esatto contrario di quello che vorremmo da una terapia su pazienti con il colesterolo alto. La Berberina può inoltre aumentare l’efficacia (potenzialmente anche la loro tossicità) di altri farmaci assunti contemporaneamente: ad esempio i digitalici, spesso assunti da cardiopatici.

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