giovedì, 1 Maggio 2025
- Pubblicità -
HomeSezioniCronaca & PoliticaIl legame tra l’Arno e...

Il legame tra l’Arno e la città in un libro

Presentato a Palazzo Vecchio ''La Signoria dell’Acqua'' di Erasmo D’Angelis, un romanzo sui grandi avvenimenti e cambiamenti naturali, paesaggistici, sociali e storici di Firenze, con una chiave di lettura inedita: l'acqua e il fiume.

-

- Pubblicità -

Il legame tra l’Arno e la città in un romanzo sui grandi avvenimenti e cambiamenti naturali, paesaggistici, sociali e storici di Firenze, dalla preistoria ad oggi, con una chiave di lettura inedita: l’acqua e il fiume.

IL LIBRO. E’ il nuovo libro di Erasmo D’Angelis (la prefazione è di Matteo Renzi), “La Signoria dell’Acqua” (Polistampa Editore), presentato oggi a Palazzo Vecchio dall’autore, sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti con delega alle infrastrutture idriche, dall’onorevole Maria Elena Boschi, dal presidente del consiglio comunale di Firenze Eugenio Giani e dal presidente di Publiacqua Filippo Vannoni. Quasi 500 pagine di un inedito affresco di Firenze che fanno scoprire vicende e storie, i mutamenti straordinari delle forme dell’acqua, dai grandi laghi preistorici che coprivano la piana occupata oggi da Firenze, Prato e Pistoia alle prime canalizzazioni etrusche, dal reticolo della centurazione e dal gustoso racconto della costruzione del primo acquedotto romano di Florentia lungo 16 chilometri ai ponti sull’Arno, dall’industria dei mulini e delle gualchiere medievali all’invenzione dei giardini medicei con giochi d’acqua meravigliosi. Ma anche le trasformazioni urbanistiche, culturali e sociali viste attraverso la chiave di lettura della difficile conquista dell’acqua potabile raggiunta solo due decenni fa, dopo tragedie idriche, periodi drammatici di grande sete, esplosioni delle epidemie sociali. E quindi la vita e la potenza distruttiva dell’Arno.

- Pubblicità -

ALLUVIONI. “Un bellissimo omaggio al nostro fiume – ha detto Giani – dal quale dipende la storia di Firenze, da sempre citato come artefice delle vicissitudini della città, tanto che anche il Vasari nel Salone dei Cinquecento scrive che ‘Il fiume è la nostra tradizione’, per dirci quanto fondamentale sia il ruolo dell’Arno”. L’onorevole Boschi ha richiamato l’attenzione sulla necessità di “maggiori risorse per la messa in sicurezza dei fiumi”, ricordando  la tragedie appena accaduta in Sardegna. Boschi ha poi sottolineato  “l’importanza della salvaguardia dell’ambiente e il rapporto di interdipendenza vitale fra l’Arno e Firenze che il libro mette molto ben in luce”. La storia di Firenze è sempre stata complicata dal fiume. Dalla prima grande alluvione descritta del 1177 fino all’ultima del 1966, se ne contano 180 che hanno duramente colpito la città. Di queste, 56 sono state veri e propri diluvi che hanno allagato e devastato sempre l’area urbana, 8 volte distruggendola quasi completamente. Ma il fiume è sempre stato fonte di vita e di cibo, via d’acqua e di conoscenza, teatro e palcoscenico di scambi, storia e cultura, di feroci assedi, battaglie e tradimenti, di invenzioni e amori, grandi feste e gare. E’ stato il fiume del mito e delle prime civiltà, degli Etruschi e dei Romani, di Leonardo e di Ser Brunelleschi, dei secoli d’oro del Rinascimento. Per secoli, durante le estenuanti siccità, diventava sabbia e polvere oppure si gonfiava minaccioso con le piogge dilagando da devastatore.

L’INAUGURAZIONE. Oggi il suo carattere torrentizio è finalmente regolato dalla grande diga di Bilancino, che simboleggia dall’alto la tutela del bene comune per eccellenza nella Toscana centrale, anche se ancora fa paura e ogni minuto di ritardo nella sicurezza idraulica lo rende più rischioso. E’ il fiume che ha lasciato il segno, tracce e colorazioni in alto sugli edifici di vie e piazze, e che mosse da ogni angolo del mondo gli Angeli del Fango. Il presidente di Publiacqua Filippo Vannoni ha annunciato per il prossimo maggio l’inaugurazione dell’emissario “di riva sinistra che coletterà tutti gli scarichi lungo la riva sinistra di Firenze. In questo modo anche questi scarichi, che coinvolgono circa 120mila fiorentini confluiranno nel depuratore di San Colombano dove già arrivano i reflui della riva destra”. “Il libro – spiega Erasmo D’Angelis – è un omaggio all’Arno e a Firenze, a quanti testardamente si sono battuti per secoli per la conquista dell’acqua e per misure di sicurezza idraulica. E’ la grande storia del nostro territorio in gran parte sconosciuta che meritava di essere raccontata anche perché tra pochi mesi, dopo due millenni, cambia la storia del rapporto tra il nostro fiume e i fiorentini che ormai lo amano come uno di famiglia, anche se dal carattere bizzoso e spesso difficile da gestire. Maggio 2014 sarà la data storica che tutti aspettavamo, Publiacqua concluderà la sua opera strategica e faremo di Firenze la prima area metropolitana depurata al 100%. Persino il sogno del tuffo in Arno diventerà possibile. Si concluderà una storia medievale di scarichi e inquinamenti, e inizierà il futuro. La storia delle alluvioni ci impegna a fronteggiare un catalogo di fenomeni estremi contemporanei sempre più violenti e ripetuti: bombe dal cielo, improvvisi flash flood sempre più concentrate nel tempo e nello spazio. Dalla Sardegna arriva l’ultimo appello con il terribile corredo di vittime e danni. Il ritmo dei cambiamenti climatici è stato più veloce delle loro previsioni, con una accelerazione anche di vittime e danni economici impressionante direttamente proporzionali ai livelli di dissesto idrogeologico e all’assenza di azioni di difesa e prevenzione. L’obiettivo da raggiungere – conclude D’Angelis – è la massima sicurezza possibile per il bacino dell’Arno concludendo le opere previste nel 2016, a 50 anni dalla piena più grande”.

- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -
spot_img

Ultime notizie

- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -