A risentirne sono soprattutto le imprese più piccole (1-5 addetti con -4,3%) e le medie strutture di vendita (6-19 addetti, -3,3%), mentre la grande distribuzione (oltre 20 addetti) incrementa (+2,9%) le vendite, migliorando la performance rispetto ai stessi mesi degli anni precedenti.
Tra i non specializzati, hanno mantenuto un andamento positivo (+2,6%) gli ipermercati supermercati e grandi magazzini della Toscana, mentre tra gli specializzati è il comparto non alimentare a soffrire di più, con una flessione del -2,5% (in Italia addirittura -3,6%), la peggiore degli ultimi tre anni.
In particolare, sono calate le vendite di abbigliamento e accessori (-3,6%), prodotti per la casa ed elettrodomestici (-1,9%) e quelle del gruppo degli altri prodotti non alimentari (-2,2%), che non registravano performance tanto negative dall’estate del 2005.
Le vendite di prodotti alimentari in esercizi specializzati hanno invece tenuto (+0,1% a valori correnti il dato regionale), contrariamente a quanto avvenuto su scala nazionale (-3,5 %).
Cresce di riflesso la quota di imprese toscane che ritengono in esubero le proprie scorte, ed il miglioramento delle aspettative imprenditoriali per il secondo trimestre 2008 è in realtà ascrivibile solo alla grande distribuzione. I commercianti della piccola e media distribuzione mostrano, infatti, un peggioramento del clima di fiducia rispetto a quanto rilevato nella precedente indagine, con un ritorno del relativo indicatore sui valori fra i più bassi degli ultimi tre anni.
Tra i gruppi merceologici, crescono le previsioni di vendita nell’ambito degli esercizi specializzati di prodotti alimentari; restano stabili le aspettative degli specializzati non alimentari.
Non è sulla stessa linea l’indicatore delle aspettative riferito agli ordinativi che mostra una sostanziale stabilizzazione, fatta sempre eccezione in senso positivo per la grande distribuzione, da ricollegare probabilmente all’accumulo di giacenze osservato nel periodo gennaio-marzo 2008.
Nello specifico, le indicazioni rispetto agli ordinativi restano positive tra i commercianti specializzati in prodotti alimentari e tra ipermercati, supermercati e grandi magazzini; scendono all’interno del comparto non alimentare.
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