A diffondere le cifre Marco Chini (Arpat), Furio Forni, per la Regione Toscana (progetto Patos), Paolo Giambini ed Ennio Carnevale per il dipartimento di energetica della facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze (progetto MoDiVaSET), durante il convegno dal titolo “Esperienze avanzate di riduzione delle polveri sottili: le strategie e i migliori esempi da seguire per il risanamento della qualità dell’aria nell’area metropolitana fiorentina”. Si è trattato in realtà di un’intera giornata di studio organizzata dalla Provincia di Firenze e promossa dalla sezione toscana di “Amici della Terra”, organizzazione ambientalista presieduta da Sergio Gatteschi.
Il traffico e il riscaldamento sono i veri responsabili, soprattutto nella stagione invernale, del superamento della soglia di 50 µg/m3. Il maggiore contributo alla risoluzione del problema può essere attualmente offerto dalla messa a punto di apparati, sempre più avanzati, per la rimozione del particolato fine e ultrafine. Tra questi merita particolare attenzione il progetto dell’ingegner Arturo Colamussi, inventore del filtro antiparticolato per gli autobus a combustione Diesel installato con successo sui mezzi del servizio di trasporto pubblico dei comuni di Bologna, Ferrara, Roma e Torino.
I suoi filtri per bus alimentati a gasolio permettono di trattenere il 99,9% delle particelle ultrafini, che sono 100 volte più piccole delle famigerate Pm10.
Gli interventi sulle emissioni dei bus assumono una particolare importanza nel quadro delle strategie di contenimento delle polveri sottili, anche perché – ad esempio – un veicolo diesel Euro 0 emette una quantità di polveri (PM10) che è centinaia di volte superiore (secondo massa e cilindrata) a quella prodotta da un’auto catalizzata.
“Rispetto ad altri tipi di filtro già in commercio – spiega Colamussi – il “Progetto Blu” presenta caratteristiche di efficienza molto più elevate. In più garantisce l’assenza totale di emissioni secondarie, proprie invece dei sistemi a rigenerazione”.