La formazione proposta mira ad accompagnare gli operatori che lavorano con i giovani nell’ambito della prevenzione all’uso/abuso di sostanze psicoattive, verso l’elaborazione di strumenti operativi capaci di implementare la formazione di base partendo da un’analisi della realtà. Si tratta di offrire agli operatori un contesto che contribuisca a costruire un senso e un significato alle loro esperienze lavorative, supportandole con analisi socio-sanitarie, metodologie relazionali e strumenti di comunicazione.
METODI DI PREVENZIONE A CONFRONTO. Le due giornate sono finalizzate ad un confronto inter-istituzionale sul tema della prevenzione all’uso/abuso di alcol da parte di adolescenti e giovani e ad acquisire metodologie di intervento condivise che permettano un’azione preventiva sul territorio più efficace. L’iniziativa formativa rientra nel progetto di promozione delle politiche giovanili “P.al.co 2” finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito dell’Azione Programma Quadro “Filigrane”.
Il convegno si svolgerà presso il Palazzo Pretorio di Figline (piazza San Francesco) giovedì 22 aprile dalle 14.30 alle 18.30 e venerdi 23 aprile dalle 9 alle 13 e saranno condotte dal dott. Emanuele Palagi (psicologo clinico e presidente del comitato “Non la bevo” di Viareggio), dal dott. Giuseppe Petrini (educatore professionale e mediatore familiare, Presidente Toscana ANEP) e dal dott. Guido Intaschi (psichiatra, responsabile unità funzionale Sert Asl 12 di Viareggio, Presidente della Sezione Toscana della Società Italiana Tossicodipendenze, coordinatore Regione Toscana progetto “Divertimento sicuro”).
I DATI NAZIONALI. “I dati diffusi poche settimane fa dal Ministero della Salute sul consumo di alcool tra i giovani sono allarmanti – ha spiegato l’assessore alle Politiche giovanili, Anna La Cognata -. I ragazzi italiani consumano alcool sin dall’età di 12 anni, la media più bassa in Europa, e all’età di 18 anni il 70% ha consumato bevande alcoliche. L’alcool è la prima causa di morte per i giovani tra i 18 e i 25 anni ed è quindi necessario un grande impegno da parte delle istituzioni per campagne di prevenzione sempre più incisive. L’esperienza del ‘Comitato non la bevo’ di Viareggio e della sua equipe di esperti è una grande opportunità per un confronto tra gli operatori del nostro territorio e le altre realtà e metodologie di intervento”.