La mozione, approvata ieri, 28 luglio, chiede che cessino la repressione e gli arresti, che vengano liberati i prigionieri politici del regime, che il popolo iraniano possa scegliere liberamente il proprio futuro e che vengano garantite democraticamente tutte le espressioni politiche, sociali e religiose presenti in Iran.
Il Presidente della provincia di Firenze e la Giunta si impegnano pertanto a sostenere, in tutti gli ambiti e nelle forme possibili, la lotta per il rispetto dei diritti umani e democratici del popolo iraniano con azioni concrete. Un aspicio anche affinché l’Unione Europea e la Comunità internazionale, pur nel mantenimento della disponibilità al dialogo e al confronto con la Repubblica islamica iraniana, continuino ad richiedere il ripristino di un clima di serenità che può essere garantito solo attraverso il rilascio degli arrestati, la fine della repressione e l’apertura reale di un confronto con l’opposizione.
La mozione impegna inoltre il Presidente del Consiglio provinciale ad inviare la presente mozione all’Ambasciatore in Italia della Repubblica Iraniana ed al Console Iraniano a Milano. “E’ una mozione – ha spiegato il Presidente della VII Commissione Giuseppe Carovani – che effettivamente risponde a quel sentimento di partecipazione e di condivisione che vogliamo esprimere per il travaglio che il popolo iraniano sta attraversando in questa fase e che è la conseguenza dell’esito del voto del 12 giugno che ha portato ad un movimento, anche da parte di cittadini del popolo iraniano, e che ha aperto una fase nuova e diversa ed è all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale con possibili nuovi sviluppi ed evoluzioni”.
“E’ vero che l’Iran è uno dei pochi regimi in Medioriente che prevede una forma di partecipazione popolare all’indicazione e alla nomina dei vertici istituzionali – ha conclusonil presidente – Tuttavia, dobbiamo, in questa fase, stare accanto a quelle forze sia in Iran, sia a livello internazionale, che si battono perché possa essere aperta una fase nuova che porti a uno sviluppo positivo proprio sul versante del riconoscimento dei diritti delle minoranze”.