“Dobbiamo avere grandi ambizioni, non piccole ambizioni“, ha detto Rossi presentando il programma di governo. “Le piccole ambizioni, quelle del localismo e della rendita, hanno il segno dell’ipocrisia e della furbizia. Le grandi ambizioni hanno il segno di una ricostruzione del paese, non solo delle sue strutture economiche e produttive, ma anche dei suoi valori e della sua apertura al mondo. Hanno il segno della trasparenza, della sostenibilità, dell’inclusione”. “La crisi – ha detto Rossi – ha colpito duramente anche la nostra regione, in tutti i suoi settori produttivi. Fenomeni di declino e difficoltà hanno messo a dura prova quel livello di benessere civile e coesione sociale per cui è universalmente apprezzata. La crisi, però, può essere anche un’opportunità di crescita. Essa contiene un aspetto vitale, quello della discontinuità che vogliamo costruire rispetto ai problemi attuali ed alle insufficienze del passato, e un aspetto di crescita, quello della scelta”.
“Serve, secondo Rossi, “una nuova etica pubblica“: “oggi i cittadini domandano alla politica più cuore, più passione civile e più intelligenza. Lavoreremo, quindi per un’organizzazione regionale più competente, veloce e con minori ‘costi di relazione’ per i cittadini e le imprese“. Il presidente si è poi soffermato sul tema del lavoro, che dev’essere il “valore di riferimento comune”, “al centro di una politica di sviluppo sociale, su cui indirizzare le migliori risorse politiche, economiche, sociali e gestionali”. Quanto al tema dell’immigrazione, la scelta della nuova giunta “è quella di includere, non di escludere e, nello stesso tempo, nello spirito costituzionale, di cercare di rimuovere tutte le difficoltà oggettive e le sofferenze reali che ostacolano l’integrazione“.
Far funzionare i servizi pubblici in modo efficiente ed efficace e “contrastare le rendite di posizione sia nel privato che nel pubblico” sarà un altro obiettivo della giunta Rossi, valorizzando “la centralità della semplificazione amministrativa e della governante regionale“. “Questo – ha detto il presidente – dovrà produrre una riduzione dell’1% annuo della spesa per il funzionamento amministrativo e maggiore efficienza a vantaggio di cittadini e imprese”.
La Toscana è una sorta di rete di città di circa 3,7 milioni di abitanti ed “ha la dimensione minima per competere in Europa”. Dunque “l’idea di città-regione è un obiettivo strategico per competere a livello globale”. In questa logica saranno incentivati, ha spiegato Rossi, lo sviluppo economico sostenibile e i sistemi infrastrutturali da un lato, e dall’altro il territorio, le relazioni sociali e i servizi alla persona.
Riguardo alla sanità, di cui Rossi è stato il titolare dell’ assessorato per un decennio, sarà necessario “mantenere, implementandolo e sviluppandolo, l’impianto del modello di protezione sociale e sanitaria messo a punto negli ultimi dieci anni” perché “elemento di coesione sociale e di stabilità del bilancio regionale senza altri aggravi fiscali”.