”Proseguirò lo sciopero fino a che non avrò risposte – spiega Giuseppina Virgili, 51 anni -. Avevo presentato un business plan a tre grandi banche, ma nonostante che il capitale fosse interamente versato e che il bilancio fosse in leggero attivo non ho ottenuto credito”.
La società, che puntava a produrre abbigliamento per donna 100% italiano, con uno stabilimento a Scandicci, adesso è in stand by: ”Riprendere l’attività costa soldi – ha spiegato – e anche chiuderla costa. Io avevo chiesto, a fronte del business plan che prevedeva assunzioni e acquisto di macchinari, 120 mila euro ma per ripartire me ne basterebbero 30 mila”.
La signora Virgili si è rivolta anche all’osservatorio sul credito istituito presso la prefettura e a Confidi delle associazioni di categoria. ”Però – spiega – nonostante gli accordi sottoscritti non ho avuto un centesimo e adesso per mangiare io e mia figlia, che è la titolare dell’impresa, dobbiamo andare alla Caritas”.