Oltre il 90% delle municipalità che hanno risposto alle interviste di ‘Ecosistema Rischio 2009’ hanno abitazioni nelle aree golenali, negli alvei dei fiumi e nelle aree a rischio frana.
Il 45% delle amministrazioni monitorate presenta addirittura interi quartieri in zone a rischio, mentre il 77% ha edificato in tali aree strutture e fabbricati industriali, con grave rischio non solo per l’incolumità dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni.
Ancora, nel 44% dei casi presi in esame sono presenti in zone esposte a pericolo strutture sensibili, come scuole e ospedali e strutture ricettive turistiche, ad esempio alberghi o campeggi.
Numeri che delineano il quadro di un territorio fragile, dove sono 280 i comuni interessati dal rischio frane o alluvioni, e che puntano il dito contro uno sviluppo urbanistico e un uso del territorio poco rispettosi delle limitazioni imposte dal quadro dei rischi connessi all’assetto idrogeologico.
Segnali positivi arrivano, invece, dalla pianificazione dell’emergenza e dall’organizzazione della protezione civile locale. La quasi totalità dei comuni (il 95%), infatti, ha predisposto un piano d’emergenza con il quale fronteggiare situazioni di crisi come frane e alluvioni, l’81% delle municipalità ha aggiornato tale piano negli ultimi due anni. Buono anche il livello di organizzazione e diffusione del sistema di protezione civile, con il 88% delle amministrazioni che hanno attivato una struttura di protezione civile attiva 24 ore su 24.