sabato, 20 Aprile 2024
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L’esercito dei disoccupati, più di mille al giorno in cerca di lavoro

Un battaglione di 1200 persone al giorno, per metà donne e nei due terzi dei casi italiani. Ecco chi sono coloro che si rivolgono ai Centri per l'impiego fiorentini. Snobbati invece dai giovanissimi.

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Un battaglione di 1200 persone al giorno, per metà donne e nei due terzi dei casi italiani. Ecco chi sono coloro che si rivolgono ai Centri per l’impiego fiorentini. Snobbati invece dai giovanissimi.

10MILA PERSONE IN 10 GIORNI. Sono state quasi 10mila le persone che si sono rivolte ai Cpi del territorio fiorentino dal 7 al 18 febbraio scorsi, periodo durante il quale è stata effettuata l’analisi dell’utenza. Circa 1.200 al giorno. A raccogliere più richieste sono il Cpi di Novoli e quello di via Cavour. Un vero e proprio esercito, equamente distribuito tra donne e uomini.

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GIOVANI E NON PIU’ GIOVANI. A rivolgersi a quelli che un tempo si chiamavano uffici di collocamento sono soprattutto i disoccupati (56,4%), mentre quelli che cercano un primo impiego rappresentano solo il 5,5%. Un dato che trova riscontro nell’età media degli utenti. I giovanissimi, infatti, sembrano snobbare questo strumento: gli under 18 rappresentano solo lo 0,8%, la fascia compresa tra i 18 e i 25 il 16,1%. La fascia di età maggiormente presente è quella che va dai 35 ai 44 (quasi il 28%), mentre quella immediatamente sotto, dai 26 ai 34, rappresenta quasi il 25%. Al terzo posto, con il 23,2%, troviamo le persone tra i 45 e i 55, mentre gli over 55 sono il 7,3%.

ITALIANI E RUMENI. Due persone su tre sono di nazionalità italiana, mentre tra gli stranieri i più numerosi sono rumeni e albanesi, che insieme coprono quasi il 40% di questa fetta.

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POCHI LAUREATI. Oltre il 60% degli utenti ha licenzia media o superiore (34,3% ha terminato solo scuola dell’obbligo, 31,2% anche le superiori). La presenza di laureati incide per un 11,4 %. Non trascurabile la quota di “titoli esteri non riconosciuti” (7,7%), che sottindende la problematica specifica dell’impossibilità di spendere il proprio titolo di studio sul mercato del lavoro italiano.

MOBILITA’. Un utente su 4 è in cassa integrazione o in mobilità, a conferma dell’onda lunga della crisi.

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