domenica, 15 Dicembre 2024
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Liberazione, il ricordo di Firenze

Sessantasei anni dopo, la città ha celebrato solennemente l’11 agosto, giorno dalla Liberazione. La giornata è iniziata coi rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo, che quell’11 agosto 1944 suonò a festa per annunciare alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia.

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Firenze ha celebrato oggi l’anniversario della Liberazione della città, avvenuta l’11 agosto del 1944.

CORONE DI ALLORO E PREGHIERE. In piazza dell’Unità Italiana il sindaco Matteo Renzi e i rappresentanti delle organizzazioni partigiane e autorità civili e militari hanno deposto corone di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre. Daniele Fink per le comunità Evangeliche, il rabbino capo Josef Levi per la comunità ebraica e monsignor Alberto Alberti per la chiesa cattolica hanno letto alcune preghiere.

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IL CORTEO. Poi la banda della Filarmonica Rossini ha preceduto il corteo (fino a Palazzo Vecchio) aperto dal Tricolore, dalla bandiera del Comitato toscano di Liberazione Nazionale, da quella del Corpo volontari della Libertà, dal gonfalone di Firenze col sindaco Renzi, assessori e consiglieri comunali, assieme a quelli della Regione Toscana con l’assessore Riccardo Nencini, della Provincia di Firenze con l’assessore Antonella Coniglio e quelli dei Comuni di Prato, Bagno a Ripoli, Scandicci, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Rufina, Pontassieve, Pelago, Signa, Scarperia, Calenzano, Fiesole, Vaglia, Montelupo e i labari delle associazioni partigiane. Era presente anche l’onorevole Gabriele Toccafondi.

IL CONCERTO. Le celebrazioni per il 66° anniversario della Liberazione di Firenze si concluderanno stasera (ore 21) col concerto della Filarmonica Rossini sull’arengario di Palazzo Vecchio.

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IL RICORDO DI PICCIOLI. “Vorrei che tutti insieme oggi dedicassimo un pensiero dal cuore a Mario Piccioli”. A queste parole pronunciate dal sindaco Matteo Renzi durante la cerimonia di saluto per il 66° anniversario della Liberazione di Firenze, l’intero Salone dei Cinquecento si è alzato in piedi per un lungo e commosso applauso in ricordo del presidente dell’Aned Firenze (Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti), sopravvissuto ai lager nazifascisti e guida di molti studenti fiorentini nei “Viaggi della memoria” nei campi di concentramento nazisti in Austria, Germania e Polonia, e recentemente scomparso. “Ci sono tanti amici che ogni anno mancano e ci mancano – ha detto ancora il sindaco Renzi – ma ce n’è uno in particolare che ci ha lasciato da pochi giorni, cui vorremmo dedicare questa giornata. Io l’ho conosciuto quando ero presidente della Provincia e ho visto le emozioni che venivano negli occhi e nei cuori dei ragazzi quando lui con la sua voce flebile raccontava l’esperienza di Mauthausen. Perché a lui dobbiamo, per la sua storia e la sua esperienza, il gemellaggio che abbiamo fatto con quella città”. “Lui, e lo dico al figlio che è qui con noi – ha concluso il sindaco – non era Mario Piccioli, ma è ancora Mario Piccioli e continuerà ad esserlo. E continuerà ad essere un punto di riferimento per tutti noi, per le ragazze e i ragazzi che grazie alle iniziative della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e dei vari Comuni, all’azione dell’Aned continueranno a ricordare il valore di una esperienza drammatica come il valore che costituisce il senso di un’identità di un popolo”.

CONIGLIO. “Dobbiamo riattualizzare il diritto alla libertà, come bene unico e inviolabile. Senza cadere nella retorica e nell’autoreferenzialità”. Lo afferma l’assessore provinciale Antonella Coniglio, intervenendo alla cerimonia per il 66° anniversario della Liberazione di Firenze. “L’ottica da portare avanti – aggiunge – è quella della difesa pacifica della legalità. La sfida è ricordare – senza mezza termini e senza revisionismi – che la liberazione, la nostra Liberazione è il frutto della lotta partigiana”.

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BARDUCCI. “Ricordare, con onestà e autenticità, la storica giornata dell’11 agosto 1944 – commenta il Presidente della Provincia, Andrea Barducci – commemorare la lotta antifascista come strumento di liberazione nazionale è un dovere morale perché la nostra democrazia poggia le sue basi proprio sulla Resistenza partigiana”.

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