C'è chi la prende sul ridere e propone una colletta per riparare lo scambio dei binari guasto. Chi, alla vista del monitor in stazione, si rassegna: “Tanto vale tornare a letto”. Facce sorprese invece non se ne vedono, tolte quelle di una manciata di turisti. È routine per i pendolari del Valdarno, costretti all'ennesima mattinata di passione: tutti i “loro” treni per Firenze, quelli in transito dalle 6 alle 8.30, hanno subito ritardi dai 15 minuti all'ora abbondante, con la beffa del ritardo segnalato in stazione che in diversi casi era “arrotondato” al ribasso.
Odissea quotidiana
Studenti e lavoratori valdarnesi che ogni mattina salgono in carrozza per raggiungere l'università o il posto di lavoro – diverse centinaia, migliaia se sommati ai pendolari di Arezzo – al rientro delle ferie hanno ritrovato la solita catastrofica situazione alla quale sono costretti da sempre.
Stamani il disagio nel viaggio di andata, la settimana scorsa l'en plein del treno più frequentato per il ritorno, quello in partenza alle 18.09 da Santa Maria Novella, deviato per cinque giorni consecutivi dalla “direttissima” alla linea lenta. In molti sono tornati a casa un'ora più tardi del previsto per una settimana intera.
L'inchino, come quello di Schettino
Il motivo dei ritardi? Molto spesso è l'“inchino”, come l'hanno ribattezzato ironicamente gli stessi pendolari, riciclando il nome dalla poco felice usanza delle navi da crociera salita alle cronache negli ultimi anni. Se sullo stesso binario viaggia un treno regionale e uno dell'Alta velocità, la precedenza viene sempre concessa a quest'ultimo, con buona pace di chi dall'altra parte si ritrova fermo a veder sfrecciare l'altro convoglio o viene deviato sulla linea lenta.
Lettera aperta al presidente Rossi
La rabbia dei pendolari aveva spinto il portavoce del Comitato Valdarno Direttissima, Maurizio Da Re, a scrivere l'ennesima lettera aperta al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “Presidente – scriveva lunedì scorso Da Re – a inizio agosto aveva dichiarato pubblicamente che “non firmeremo nessun contratto con Trenitalia finché non sarà garantito che i treni regionali passano avanti all'alta velocità” e che “di fronte a un treno regionale l'inchino lo deve fare il treno ad alta velocità”. Ma nel frattempo Trenitalia e Rfi se ne stanno infischiando della sua protesta e, anzi, sono andati nella direzione opposta da quella da lei auspicata, peggiorando ancor di più le condizioni di viaggio di migliaia di pendolari del Valdarno”. Nel frattempo, ritardi martedì, ritardi ieri pomeriggio, ritardi questa mattina.