Per l’infermiera, 49 anni, adesso c’è l’accusa di lesioni personali aggravate, falsità materiale commessa da dipendente pubblico incaricata di pubblico servizio e abuso d’ufficio.
Il sospetto degli investigatori è che i casi di tumore diagnosticato in ritardo siano in numero superiore a quello, già impressionante, dei casi già scoperti.
La bolla era scoppiata questa estate, dopo una denuncia della Asl, e a quanto accertato fin’ora, gli esami manomessi riguarderebbero un periodo di due anni.
Per alterarli, la donna fotocopiava gli esami di persone sane e li spediva ai pazienti e registrava nella banca dati: in questo modo evitava di doverli richiamare per ulteriori approfondimenti.
E’ stata sospesa dal lavoro e ora è ai domiciliari.