martedì, 23 Aprile 2024
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Minaccia di buttarsi in Arno da Ponte Vecchio: ”Ho perso il lavoro”

L'uomo si era seduto sul parapetto del ponte: è stato salvato da due agenti, che lo hanno raggiunto alle spalle e afferrato mentre stava parlando al telefono con un'operatrice del 113.

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Disoccupato, minaccia gettarsi in Arno da Ponte Vecchio. E’ successo nel primo pomeriggio di oggi. L’uomo, un quarantenne residente a Milano, si è seduto sul parapetto del ponte, e da qui ha chiamato la polizia minacciando di gettarsi in Arno.

DISOCCUPATO. Sarebbe stata la perdita del lavoro a spingere l’uomo a minacciare il gesto. L’uomo, però, è stato salvato da due agenti. I due poliziotti infatti, dopo essere stati avvisati dalla centrale, lo hanno raggiunto alle spalle e afferrato mentre si trovava ancora al telefono con l’operatrice del 113, evitando così che potesse compiere il gesto che aveva minacciato.

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IL RACCONTO. “Vorrei parlare con la polizia prima di fare un insano gesto”: questa frase con cui il 40enne ha esordito, intorno alle 13.15 di oggi, quando ha chiamato il 113. L’uomo ha raccontato al telefono di aver recentemente perso il lavoro e di versare in condizioni disagiate dovendo mantenere anche due figli piccoli. Una poliziotta, dall’altra parte del telefono, lo ha ascoltato con molta attenzione, rassicurandolo mentre la Centrale Operativa della Questura ha messo subito in moto la procedura di localizzazione della chiamata. Dopo qualche istante il 40enne è stato individuato e la polizia lo ha inquadrato con le telecamere: gambe a penzoloni sull’Arno, seduto sul parapetto di Ponte Vecchio con il corpo sporto verso il fiume. I due agenti delle volanti, a quel punto, si sono avvicinati alle sue spalle e cogliendolo di sorpresa lo hanno tratto in salvo. Successivamente i poliziotti hanno parlato a lungo con l’uomo cercando di rassicurarlo e di riportarlo alla calma.

I COMPLIMENTI DEL QUESTORE. Il Questore si è complimentato per la professionalità dimostrata dai poliziotti nella gestione della delicata vicenda evidenziando da un lato l’importanza delle moderne tecnologie che hanno permesso in tempi celeri di localizzare il soggetto, e dall’altro l’indispensabile e fondamentale sensibilità  umana che in questo caso ha consentito di tranquillizzare l’uomo impedendo che la situazione degenerasse.

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